Al termine del mese della moda, quello che vogliamo ricordare, oltre alle meravigliose creazioni portate in scena dai più grandi marchi mondiali del fashion, sono certamente le bellezze in carne ed ossa che hanno fatto avvenire la magia. Ragazze splendenti, con classe e talento, ma talvolta riferimenti irraggiungibili da un punto di vista fisico.
Il mondo della moda è sempre stato al centro di polemiche legate al peso delle modelle, severamente (e giustamente) accusato di non trasmettere un’immagine che coincide con la realtà che ci circonda. Stesso discorso per le agenzie di modelle e riviste di moda. Celebre la frase di Miranda Priestly (Meryl Streep) ne Il Diavolo Veste Prada, che riflette sull’assunzione di Andy (Anne Hathaway) con queste parole: “Mi sono detta, provaci, corri il rischio, assumi la ragazza sveglia e grassa”. Per inciso, Andy era taglia 42, come emerge da alcune conversazioni all’interno della pellicola, che però nella rivista di moda più famosa degli Stati Uniti significa essere fisicamente non accettabile (“La 42 è la nuova 56”). Meglio quindi non mangiare, buttare giù un cubetto di formaggio quando si è al punto di svenire pur di riuscire ad entrare in un vestito di Valentino, come si auto impone Emily (Emily Blunt). Al di là della fantasia degli autori, i testi hanno una base di verità. Magro è sempre stato sinonimo di bello. Se vuoi appartenere al blasonato e scintillante mondo della moda, il cibo sarà il tuo peggiore nemico. È molto forte l’accusa mossa dall’influencer ed ex modella Paola Turani su Instagram, nei confronti dei recruiter che la volevano sempre più magra a scapito della propria salute: Ero completamente intrappolata in un circolo vizioso, dentro le regole della moda che ci voleva tutte come dei manichini; ricordo ancora la pressione psicologica per entrare in quella taglia che sembrava sempre più piccola, più stretta. Dovevi essere magra e non era mai abbastanza. Avevo il terrore di mangiare anche un piatto di pasta. Ricordo le giornate in giro per Parigi a fare casting, a volte mi facevo bastare un succo di frutta”.
Accuse molto simili sono state lanciate dalla modella Bridget Malcolm nei confronti di Victoria’s Secret, che premierebbe con lavori di alto livello il digiuno dei propri Angeli. Di fatto il marchio di lingerie più famoso al mondo non ha mai accolto modelle curvy nelle proprie sfilate o campagne pubblicitarie, passando così il messaggio che solo un certo tipo di corpo può essere socialmente ritenuto sexy.
Per fortuna le cose stanno lentamente cambiando, e già da questa NYFW abbiamo notato un numero moderatamente crescente di modelle curvy fiere delle proprie forme sfilare in passerella o mettersi in posa per i fotografi all’ingresso dei party. Pensiamo anche a Serena Williams ed alla decisione di far sfilare contemporaneamente un capo indossato da modelle di taglie profondamente diverse. Che dire di Ashley Graham, la modella curvy più conosciuta sul panorama mondiale, che ha posato con il pancione ed un vestito di latex? Nella stessa occasione, la polemica più sonora è stata quella della modella curvy Tess Holliday, che ha indossato un vestito a sfondo bianco sul quale era più volte presente la frase sample size. Il messaggio è molto chiaro: nel 2019 ha ancora senso parlare di taglie di campionario, quelle taglie considerate “standard” sulle quali vengono realizzati i capi che poi sfilano in passerella?
Analizzando la questione, ci rendiamo conto che il problema reale non è tanto legato al termine (la taglia di campionario rimarrà sempre, in quanto tale e necessaria), ma la taglia stessa: anziché costringere a sfilare una taglia 38 o 40, inavvicinabile per la maggior parte di noi, basterebbe forse aggiungere capi di tagli più morbide, e scegliere la modella per la capacità di valorizzare il prodotto, piuttosto che per i chili sulla bilancia. Sicuramente siamo ancora lontani dal poter dire che ogni corpo oggi è incluso nelle scelte di case di moda, che siano sfilate o servizi fotografici, e purtroppo lo stesso vale per la mentalità di molte persone. Tuttavia, dei piccoli passi verso una situazione di accettazione più ampia si stanno compiendo.
Impossibile non notare la transizione di un obiettivo fisico da “skinny” a “fit”: non più dunque pelle e ossa, oggi è importante essere sane ed in forma. Questo si traduce in regolare attività fisica, alimentazione corretta e stile di vita sano. Basti pensare alle modelle ed influencer del web che condividono i propri scatti durante gli allenamenti e trasmettono messaggi positivi per le ragazze. Ci vengono in mente proprio alcuni angeli di Victoria’s Secret mentre condividono le loro sessioni di workout, o Gabrielle Caunesil, modella francese da poco moglie di Riccardo Pozzoli, magra di costituzione e grande amante della pasta (per davvero!) che stimola le ragazze ad allenarsi con lei attraverso l’hashtag#strongertogetherper avere un corpo più sano ed in forma. Non solo sport e cibo, ma anche lunghi video e stories in cui si mette a nudo e tratta temi quali bullismo e self confidence. Lo stesso vale per Ashley Graham: viso mozzafiato e curve esplosive, ama e cura il proprio corpo, non rinuncia a nulla ed è fiera di quei chili in più che porta addosso e l’hanno resa una delle donne più sexy del pianeta.
In questa transizione sociale Instagram & Co. hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale proprio perché hanno dato voce alle ragazze da troppo tempo schiave di sistemi che le volevano sull’orlo di malattie gravissime legate all’alimentazione. Bisogna prestare però attenzione a non cadere nel problema opposto, ossia assimilare e a propria volta trasmettere il messaggio che essere sovrappeso sia la nuova cool size, rischiando così di incorrere in gravi danni per la salute.
Il messaggio che il 2019 sta urlando alle ragazze del presente e del futuro è di essere fiere del proprio fisico, di star bene con le proprie forme così come le ha plasmate madre natura e di amare il proprio corpo attraverso cibo sano ed attività fisica regolare.
Image source: Instagram (@paolaturani; @tessholiday; @ashleygraham)