Qual è il primo ricordo che avete? Vostra madre che vi tiene per mano mentre vi accompagna all’asilo? No, mi riferisco a un ricordo ancora più lontano, al primissimo che avete inciso nelle pieghe più interne del cervello.
Queste domande sono rivolte al lettore da Yi Byeongdo, serial killer condannato alla pena capitale, protagonista di Una brava bambina, thriller psicologico mozzafiato scritto dall’autrice sud-coreana Seo Mi-Ae e pubblicato in Italia da Giunti Editore.
Personalmente, il mio primo ricordo riguarda un’altalena in un parco, probabilmente quello della scuola materna che frequentavo. Molti ricordano un capo di abbigliamento, un gioco, una pietanza… Il primo ricordo di Yi Byeongdo è un’immagine della madre che, cantando una canzone dei Beatles, tenta di affogarlo nella vasca da bagno. Una donna bellissima, che non ha mai amato il figlio, nato da una violenza e che di conseguenza è riuscita a crescere un vero e proprio mostro.
Un giorno, dalla sua cella di massima sicurezza, dove è rinchiuso per aver assassinato dodici donne, Yi Byeongdo chiede di vedere Seonkyeong, la seconda protagonista di Una brava bambina. Seonkyeong è una giovane criminologa, all’inizio della carriera universitaria. Infatti nessuno si spiega come mai Yi Byeongdo abbia deciso di incontrare proprio lei, dopo anni in cui si rifiutava di rivolgere la parola a chiunque chiedesse un colloquio con lui. Nonostante il timore iniziale, Seonkyeong accetta l’incontro e tra i due inizierà un viaggio verso l’abisso.
Parallelamente, la donna sta vivendo un momento difficile nella sua vita privata. Il marito una sera è tornato a casa con una bambina, comunicandole che si trattava della figlia e chiedendole se poteva vivere con loro. Il nome della bambina è Hayeong. Una ragazzina traumatizzata, sopravvissuta a un incendio in cui sono morti i nonni, che già aveva dovuto fare i conti con il suicidio della madre. Seonkyeong non ha altra scelta che accoglierla e cerca di farlo nel migliore dei modi. Ma lentamente inizia a capire che Hayeong c’è qualcosa che non va. Possibile che il male, file rouge di Una brava bambina, sia penetrato anche in una ragazzina di undici anni?
Devo ammettere di avere preso in mano questo libro con qualche dubbio. Titubante di fronte all’ambientazione asiatica e preoccupata di non riuscire a districarmi fra i nomi sud-coreani. Lentamente però Una brava bambina mi ha attirato nelle sue maglie, senza più lasciarmi andare. Non si tratta del solito giallo. Infatti non troviamo poliziotti a investigare e il cattivo è già stato catturato. Nonostante ciò il libro riesce comunque a mantenere alta la tensione fino alla fine.
Lettura consigliata per chi ama i thriller psicologici e le ambientazioni esotiche.
Image Source: www.giunti.it