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Sognando L’Haute Couture!

by Francesca Marangoni
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Basta nominare l’Haute Couture per essere immediatamente catapultati in un mondo parallelo, dove siamo completamente liberi di sognare e farci coccolare dalla vista di creazioni meravigliose. Le collezioni Primavera/Estate 2021 di Haute Couture sono state un tripudio di spettacolo, abilità artigianale, estro e fantasia, che nemmeno la pandemia in corso da saputo arrestare.

Una delle sfilate più attese e più chiacchierate è stata senza dubbio quella di Fendi, che ha segnato il debutto del britannico Kim Jones come direttore artistico della collezione femminile, posto occupato da Karl Lagerfeld fino alla sua morte. Kim Jones vanta un curriculum di tutto rispetto, con nomi del calibro di Louis Vuitton e Dior, per il quale dal 2018 è direttore creativo della linea uomo. Fin da subito si capisce che siamo davanti ad una personalità poliedrica che talvolta fa emergere passioni opposte fra loro – lo si intuisce già durante i primi secondi dello show, scanditi da rintocchi di campane e vecchi scaffali pieni di libri, i quali sono tuttavia contornati da moderne luci e pannelli trasparenti. Ci troviamo in un contesto slegato dal tempo cronologico, ed è proprio il tempo l’elemento il punto focale della sfilata. I capi della collezione sono una continua oscillazione fra la moda di Virginia Woolf (l’ispirazione della sfilata è il suo romanzo Orlando) e lo stile androgino contemporaneo, tanto che eleganti abiti femminili e dallo stile Bridgerton si alternano a tagli ed indumenti tipicamente maschili. Non solo, ma in passerella si alternano anche i generi, ecco perché vediamo modelli maschili con leggeri abiti femminili. Al termine della passerella i modelli si rifugiano all’interno degli adiacenti spazi in vetro, come a non voler essere sfiorati dalla caducità che inevitabilmente li attende.

haute couture

Chanel torna al Grand Palais di Parigi per presentare la collezione di fronte ad una stretta cerchia di ospiti fisicamente presenti, fra i quali notiamo Penelope Cruz, Charlotte Casiraghi, Marion Cotillard e Lily-Rose Depp. Virginie Viard, direttore creativo, immagina la sfilata come ad un incontro generazionale scandito dalla voglia di stare insieme.

Sapevo che non avremmo potuto organizzare una grande sfilata (…) così mi è venuta l’idea di un piccolo corteo che sarebbe sceso dalle scale del Grand Palais, come una festa di famiglia. Adoro quando tutte le generazioni si incontrano, è questo è lo spirito di Chanel oggi. 

È proprio con le immagini di un corteo in bianco e nero, incipit del film diretto da Anton Corbijn, che veniamo introdotti in questa grande festa estiva. Prima il gruppo di modelle si muove sinuoso nello spazio, poi ogni look emerge singolarmente nel proprio splendore. Impossibile non pensare quanto Madame Chanel avrebbe apprezzato questa collezione. Salta all’occhio un tripudio di gonne, di diverse lunghezze, forme e volumi, indossate anche con una semplice camicia bianca. Nel completo, il blazer viene sostituito dal gilet, ma non perde l’iconico tweed. Gli abiti sono sofisticati ma non pretenziosi, e pensati per occasioni anche relativamente informali. Pizzi e tulle incantano, ed ai piedi le classiche Mary Jane donano quel tocco di eleganza senza tempo. Chiude la sfilata una sposa a cavallo che indossa un tipico abito ispirato alla moda degli Anni ’20.

Leggere le carte per conoscere sé stessi. Attorno a questo concetto ruota la collezione SS21 di Dior, disegnata da Maria Grazia Chiuri e raccontata dal regista Matteo Garrone nel film Le Château du Tarot. L’arte dei tarocchi, ed in generale le arti divinatorie, gli amuleti ed i segni del destino, hanno sempre esercitato un discreto fascino su Monsieur Christian Dior, uomo particolarmente superstizioso. Mai come in un periodo di crisi, assimilabile al contesto contemporaneo, una persona tende a rifugiarsi in questi strumenti, spesso per cercare conforto senza necessariamente esserne troppo vincolati; la Chiuri parte così dalle carte dei tarocchi Visconti-Sforza per dar vita a 45 look che incarnano questo simbolismo. Colpiscono l’opulenza e la regalità delle creazioni, nonché gli splenditi tessuti utilizzati ed i relativi pesi e colori. Un fasto rinascimentale che viene però spezzato da piccoli dettagli, siano essi ricami sui vestiti o accessori, che ci riportano al tempo presente. Pura magia.

La perfezione estetica è per Giorgio Armani l’essenza dell’haute couture. Dopo anni in cui l’alta moda ha visto Parigi come sfondo, quest’anno lo stilista italiano riporta le sue creazioni a Milano e le presenta all’interno di Palazzo Orsini, nel cuore della città e centro nevralgico della propria azienda. La collezione Giorgio Armani Privé è un tributo alla libertà ed all’indipendenza, un’offerta di bellezza oggi fruibile da una platea che non è mai stata così ampia:

La Couture è radicata nella storia della moda. Rappresenta l’apice della creatività e dell’abilità sartoriale ma è un mondo disponibile solo per pochi. Oggi, per mezzo della democrazia di Internet, siamo in grado di offrire un posto in prima fila a tutti” dichiara Giorgio Armani.

Un’eleganza discreta e sofisticata, firma inequivocabile del designer, accompagna ogni creazione, trasmettendo l’idea che una sobrietà seducente è più che mai possibile. La splendida sala del Palazzo settecentesco, gli affreschi e i giochi di luce creati dai ricami con microcristalli e paillettes ci fanno tanto emozionare quanto apprezzare le abilità artigianali che fanno del Made in Italy un prodotto di innegabile eccellenza. 

Di tutt’altro stampo è l’idea di Haute Couture secondo Daniel Roseberry, che con la collezione di Schiaparelli sfida la classica idea di alta moda giocando con le forme del corpo e la sua materialità. I volumi sono rigidi e scolpiti, le linee vengono esasperate, così come le forme ed i punti focali della struttura anatomica. L’abito e gli accessori diventano quindi una sorta di scultura, che si inserisce perfettamente nel filone sperimentale che contraddistingue la maison. Anche qui impressiona la sperimentazione dei tessuti e l’accostamento dei colori, luminosi e sgargianti, nonché la sapiente capacità di valorizzare ed accentuare anche il più piccolo dettaglio in maniera decisamente creativa. 

Image source: Vogue.it; Fendi.com; Chanel.com

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