Pazze, isteriche, depresse, ninfomani. Sono queste alcune delle diagnosi a cui le donne sono state costrette nei secoli. E poi rinchiuse in manicomi, ospedali psichiatrici, a volte cliniche di lusso. A rinchiuderle solitamente uomini. Padri e mariti preoccupati per il buon nome della famiglia. Medici che più che curare la malattia, indagavano il corpo femminile, sottoponendolo a terribili abusi. Di questo parla Il ballo della pazze, primo romanzo della scrittrice francese Victoria Mas, pubblicato in Italia da e/o.
Il ballo delle pazze è un libro che tutte le donne dovrebbero leggere con una spirito di sorellanza nei confronti di coloro che ci hanno precedute. Prende ispirazione da una storia vera. Racconta la vita all’interno dell’ospedale della Salpêtrière, un manicomio femminile nel cuore di Parigi. La storia si svolge durante il 1885 e protagoniste sono tre donne. Louise, un’adolescente di bassa estrazione sociale, finita al Salpêtrière a seguito di una violenza sessuale. Geneviève, capoinfermiera rigorosa e distaccata, crede ciecamente nella missione della scienza e della medicina. Infine Eugénie, ragazza di buona famiglia, viene portata al Salpêtrière dal padre perché sostiene di parlare coi defunti. La vita di queste donne è regolata dallo strapotere degli uomini. Uno su tutti è il dottor Charcot, illustre ipnotista, che trasforma le pazienti in fenomeni da baraccone e le sedute di ipnosi in spettacoli a cui partecipa un pubblico attonito e curioso. Perché, verso la fine del XIX secolo, intorno alla malattia mentale, si sviluppò un acceso interesse da parte di uomini e donne appartenenti soprattutto alla borghesia. Non vedevano l’ora di assistere alle crisi isteriche delle donne ricoverate, a vederle cadere in preda a spasmi incontrollati o sottoposte a cure sperimentali e avveniristiche. Proprio in quest’ottica la direzione del Salpêtrière organizza ogni anno Il ballo delle pazze. Un ballo in maschera che si tiene durante la seconda settimana di quaresima nei saloni dell’ospedale. A questa festa è invitata tutta la crème parigina e ovviamente partecipano, come si può intuire dal nome, anche le pazze.
Il ballo delle pazze è un romanzo con una bella ricostruzione storica. Una scrittura semplice e pulita, un libro che si legge veramente in poche ore, con piacere e curiosità. Forse l’unica pecca è l’eccessivo soffermarsi sulla tematica dello spiritismo e della visione dei defunti, ma anche questa era una filosofia molto in voga nei salotti parigini di fine Ottocento. Un romanzo femminista, crudo e toccante, all’altezza delle aspettative.