Quando la Storia, fatta di eventi realmente accaduti, e la storia, composta da finzione e immaginazione, si incontrano, nascono libri dal forte impatto emotivo. Questo succede ne Il demone di Beslan di Andrea Tarabbia. Pubblicato per la prima volta nel 2011 da Mondadori, è tornato oggi in libreria grazie a Bollati Boringhieri. Una lettura a metà strada tra il romanzo e il saggio, che vi porterà a conoscere uno degli eventi più terribili degli ultimi vent’anni. La voce narrante de Il demone di Beslan è quella di Marat Bazarev, unico terrorista sopravvissuto dei 32 che il 1 marzo 2004 attaccarono la scuola numero 1 di Beslan. Marat Bazarev, insieme ai suoi compagni, stravolse la vita di più di 1200 persone per mostrare al mondo la persistenza del male. Un male che si è lasciato alle spalle 334 morti, di cui 186 bambini, e più di 700 feriti. La morte arrivò dopo 3 giorni in cui adulti e bambini, presenti in numero così elevato perché si stava celebrando l’inaugurazione dell’anno scolastico, furono tenuti senza acqua né cibo in un caldo asfissiante. Quando prende in mando carta e matita, Marat si trova imprigionato in un carcere di Mosca. Da qui ripercorre la propria storia, ciò che l’ha portato a compiere un atto così indicibile. Tutto cominciò quando Marat e il suo migliore amico Shamil trovarono il loro villaggio saccheggiato e devastato, i famigliari spariti, unico testimone di quanto avvenuto tantissimo sangue. Da quel momento decisero di unirsi ai guerriglieri ceceni e iniziarono a progettare un’azione che avrebbe avuto un’eco mediatica in tutto il mondo. Chiunque di noi abbia almeno trent’anni si ricorda quelle immagini. Bambini praticamente nudi che correvano, fuggendo da uomini e donne che vedevano in loro il nemico. L’attacco dell’esercito, volto a liberare gli ostaggi, provocò un gigantesco incendio e il crollo del tetto della palestra in cui sequestrati e sequestratori si trovavano. Nessuno ha più ricostruito la scuola numero 1, che è rimasta così, dilaniata, a ricordo del male che lì dentro si è commesso. I sopravvissuti ancora oggi portano bacinelle d’acqua, per dissetare idealmente tutti quei bambini. Il demone di Beslan è ovviamente un romanzo cupo e tragico, lettura perfetta per chi vuole approfondire eventi realmente accaduti, di cui abbiamo tutti memoria, ma poca conoscenza. Marco Tarabbia riesce a trasformare la cronaca in un romanzo che vi terrà sul filo del rasoio, come se il finale non fosse già tristemente noto. Il tutto incorniciato da una scrittura nobile e salvifica.
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Diletta Cecchin
Ho una grande passione per i libri. Abituale frequentatrice di biblioteche e librerie, un po’ giornalista è un po’ libraia, cercherò di trasmettervi il mio grande amore per la lettura, consigliandovi ultime uscite e titoli da non perdere, incontrando per voi gli scrittori emergenti del momento. Un amico e un maestro un giorno mi ha detto “consigliare un libro è diventare responsabile delle emozioni altrui”. Mi prenderò cura delle vostre emozioni!
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