Avete mai pensato a quante volte viene chiesto, a noi donne, di occupare poco spazio? E non solo in senso fisico, cioè di corrispondere a determinati canoni estetici che ci vogliono tutte all’interno di una taglia al massimo 42. Ma anche uno spazio metaforico. Dobbiamo parlare poco, essere accomodanti, chiedere scusa e permesso decisamente più volte di quanto è richiesto a un uomo. Del diritto femminile e femminista di occupare spazio nel mondo parla il romanzo di Lara Williams, intitolato Le divoratrici e pubblicato da Blackie Edizioni. Uno studio de Il Sole 24 Ore afferma che:
Gli uomini tendono a interrompere di più di quanto fanno le donne. Si contano infatti 4,5 volte più domande da parte di uomini che da donne durante i seminari regolari – e più di 7 volte durante i colloqui sul mercato del lavoro – nonostante il rapporto uomini-donne presenti sia di 2 a 1. Inoltre c’è differenza anche sul tipo di commento. È più probabile che le relatrici ricevano suggerimenti e chiarimenti durante un intervento a un seminario rispetto ai colleghi uomini, ma anche domande con tono classificato come condiscendente, distruttivo, umiliante o ostile rispetto ai presentatori di sesso maschile.
A fronte di ricerche come questa, credo che tutti dovremmo leggere romanzi come Le divoratrici. Le divoratrici, paragonato dalla critica a un Fight Club femminista, racconta la storia di Roberta. Trentenne bloccata in un lavoro che non le piace e in una serie di modelli e aspettative che le cadono addosso dal mondo circostante. Fino a quando, un giorno, in ufficio, incontra Stevie. Artista, donna libera dai canoni tradizionali. Stevie è tutto quello che Roberta vorrebbe essere, senza riuscirci. Le due donne diventano amiche e insieme decidono di dare avvio a un progetto artistico di liberazione femminista. Fondano il Supper Club, un collettivo di donne che vogliono occupare spazio, sempre più spazio. Come? Incontrandosi per mangiare liberamente tutto ciò di cui hanno voglia. Eppure non è semplice liberarsi da tutte le sovrastrutture che ci siamo costruite negli anni. Mentre un uomo ha un grande ego, l’equivalente femminile è solo un’egocentrica da tenere poco in considerazione. Gli uomini sono delle buone forchette, le donne delle affamate. Gli uomini sono dei bonari dongiovanni, le donne delle poco di buono. Se siete stufe di tutto questo, leggete Le divoratrici.