C’è tutto: una tiepida sera d’estate, la luna che splende nel cielo, il fuoco che arde nei bracieri. Sullo sfondo, il candore del marmo dello stadio Panathinaiko di Atene, dove in passato si tenevano i giochi in onore della Dea Atena ed ora diventato simbolo delle moderne Olimpiadi. Le ombre delle modelle che si scagliano sulle pareti richiamano alla mente alcuni dei passaggi più sentiti de Lo Scudo di Talos, capolavoro di Valerio Massimo Manfredi ambientato in quella terra.
Dopo il Messico, Marrakech e la Puglia (ve ne avevamo parlato qui), Maria Grazia Chiuri aggiunge una tappa al viaggio fra tradizioni e culture storiche scegliendo la capitale greca per ospitare la collezione Cruise 2022 di Dior. Non è la prima volta che la maison francese e la città di Atene si incontrano. Nel 1951 gli scatti della collezione Haute Couture di Christian Dior hanno luogo proprio sulle rovine dell’Acropoli, con le modelle che posano eleganti sotto la fermezza della Cariatidi. Replicare la sfilata nello stesso luogo non sarebbe stato possibile (ci ha provato anche Gucci qualche anno fa, ma la richiesta è stata respinta con fermezza), ecco quindi che si vira verso la location definitiva capace di coniugare storia e contemporaneità, eleganza e movimento del corpo, inteso sia a livello creativo che sportivo.
Guardando le creazioni che sfilano in passerella si intuisce facilmente di cosa stiamo parlando. In questa Dior Cruise Collection il corpo è una splendida struttura sulla quale si adagiano candidi pepli, le tuniche delle dee ora resi eterei grazie a tessuti leggeri e sapientemente plissettati a mano, richiamando il panneggio Fidiaco presente sulle metope e sui frontoni del Partenone. Maria Grazia Chiuri ha studiato attentamente la storia dei Atene e dei simboli di cui la città e permeata, e vuole dimostrare che l’arte non risiede tanto nella creazione stessa quanto nell’abilità di creare. Prevale il bianco, simbolo della purezza ellenica, che dialoga con l’oro nella ricerca naturale di un’eleganza spontanea e senza tempo. Ai piedi, la classicità si coniuga all’athleisure: le sneakers prendono il posto dei sandali, e la divinità è 2.0.
Nello stadio risuonano anche i passi della modernità e dello sportswear, perfettamente inseriti nel contesto ed in pieno dialogo con il resto delle proposte. Le linee degli abiti seguono il corpo rispettandone la naturalezza ed onorandone la libertà di movimento. L’omaggio alla terra della democrazia e della cultura, nel segno di un passato che onora una bellezza dalle molteplici sfaccettature, è presente nei colori, gli stessi della bandiera, nei motivi e nei ricami degli abiti. Qui l’impronta è di Pietro Ruffo, artista italiano con cui Maria Grazia Chiuri collabora spesso, a cui viene chiesto di creare disegni che reinterpretano i corpi degli atleti dipinti sulle anfore. Nelle opere dell’artista questi corpi sono diventati dei giganteschi frammenti. Anche i gioielli sono fortemente classicheggianti, con cinture, bracciali e corone dalle linee rigide e fiere come la tempra di Atena.
Come è accaduto con le collezioni passate, Maria Grazia Chiuri tiene aperto il dialogo con gli artigiani locali coinvolgendoli nella Dior Cruise Collection per far sì che la memoria storica ed i valori culturali siano tramandati alle giovani generazioni. Sono ricamatori, tessitori, disegnatori e più in generale artisti fortemente legati al territorio e capaci di estrapolare le tradizioni della terra natia per dare vita a creazioni uniche. Frutto delle mani di questi personaggi sono il ricamo di una giacca ed una borsa Dior Book Tote, la tessitura di strisce e pied-de-poule, i disegni jacquard nelle pieghe degli abiti ed il berretto tradizionale dei pescatori.
Il richiamo della Grecia, il fascino della mitologia, tutto oggi rivive di un nuovo splendore che non ha nulla a che fare con la nostalgia dei tempi passati, ma con la piena coscienza che la bellezza e la cultura sono sapienti doni da tramandare e fare propri con estremo orgoglio.
Image source: Courtesy of Dior Press Office