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Tra le nostre parole: storia di un’interprete

by Diletta Cecchin
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In quanto interpreti, il nostro compito era gettare ponti attraverso le voragini. Questa navigazione era più importante di quanto potesse apparire. Per via di traduzioni contraddittorie, di parole diverse usate da interpreti diversi, un testimone affidabile rischiava di apparire inaffidabile, perché le sue parole potevano cambiare a seconda dell’interprete. Il pericolo era di influenzare l’esito di un processo.

A parlare è un’interprete, protagonista di Tra le nostre parole, ultimo romanzo di Katie Kitamura, pubblicato da Bollati Boringhieri. La giovane di cui non conosciamo il nome, racconta in prima persona, nelle pagine di Tra le nostre parole, la sua vita e il suo lavoro di interprete presso la Corte penale internazionale dell’Aja. Nata a Singapore, cresciuta in Francia, trasferitasi negli Stati Uniti. Parla diverse lingue, ma proprio a causa di questi continui spostamenti che hanno caratterizzato tutta la sua vita, è priva di radici. Spera di potersi stabilire definitivamente all’Aja e di costruire qui la sua casa.

Tra le nostre parole

Come spesso accade quando si viaggia molto e non si appartiene a nessun luogo, la giovane donna è terribilmente sola. Passa le sue giornate al lavoro, e nei sei mesi da quando si è trasferita nella città olandese è riuscita ad intessere ben pochi rapporti interpersonali. Ha un’unica amica di nome Jana e un relazione problematica con Adriaan, un uomo separato da poco, ancora legato alla ex moglie. Il suo universo si conclude qui. Una vita sull’orlo della crisi, accentuato dal fatto che la nostra protagonista inizia a pensare di non essere adatta a svolgere il ruolo di interprete. Infatti si trova a dover tradurre per un ex presidente di uno stato africano, accusato di crimini terribili. Questa mansione la metterà a dura prova, insieme alla sparizione di Adriaan, volato in Portogallo per sistemare le ultime cose con la ex moglie, ma impossibile da raggiungere telefonicamente.

Tra le nostre parole

Tra le nostre parole non è un romanzo semplice, eppure la storia narrata ha la capacità di attrarre il lettore con un certo magnetismo. Sarà la prima persona singolare, sarà la narrazione che assomiglia molto a un flusso di coscienza, mai interrotto neanche dalle virgolette dei dialoghi, ad un certo punto ci troviamo a entrare nella testa della protagonista. Una donna priva totalmente di identità, tanto che non ha neppure un nome. Probabilmente perché di volta in volta assume l’identità della persona per cui svolge un interpretariato. Tra le nostre parole è un libro che ci aiuta a riflettere sul potere costruttivo o distruttivo delle parole.

Image Source: Unsplash – Bollati Boringhieri

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