Spesso piangeva, la sera, davanti al fuoco. I suoi occhi avevano assunto il colore delle lacrime. Diceva: «Non ho avuto niente, io». Io dicevo: «Hai me». Ma lei continuava a piangere. Allora credevo che non mi volesse. Volevo amarla ogni minuto della mia vita perché mi volesse, la seguivo dappertutto.
Si pensa sempre che l’amore più assoluto sia quello di una madre per i figli. Avete mai pensato che anche l’amore di un figlio o di una figlia, nei confronti della madre, potrebbe essere altrettanto assoluto? Su questo tipo di sentimento riflette e fa riflettere Inès Cagnati attraverso la storia narrata in Génie la matta, pubblicato in Italia da Adelphi.
La voce narrante di Génie la matta è Marie. Marie e Génie sono madre e figlia. Il loro rapporto è all’inverso: Marie è travolta da un amore lancinante e incondizionato nei confronti della madre. Vive nel costante terrore di essere abbandonata. Al contrario Génie, travolta dalla sofferenza, non riesce ad amare Marie come la figlia avrebbe bisogno.
Questo perché Marie è frutto di uno stupro. La giovane Génie, all’epoca della violenza solo diciassettenne, si rifiutò di sposare il suo stupratore. Figlia della buona società agricola francese, si è ritrovata ad essere cacciata di casa, macchiata da una colpa indelebile, con una bambina da crescere. Da quel momento, dalla sua bocca, escono pochissime parole. Génie è diventata per tutti la matta. Una matta da sfruttare, quasi fosse una bestia da soma. Madre e figlia abitano in una casa mezza diroccata ai limiti del paese. Per vivere svolgono lavori saltuari, per cui non vengono retribuite con del denaro, ma con cibo avanzato, vestiti di seconda mano, a volte un po’ di legna.
Génie è una roccia, nulla la scalfisce, forse perché nulla è paragonabile alla violenza di uno stupro. Marie è un giunco, che attraversa le bufere, piegandosi ma non spezzandosi. Génie la matta è un libro doloroso, che racconta le difficoltà di essere bambini un un mondo che non sapeva cosa farsene dell’infanzia. Inès Cagnati scrisse questo libro nel 1976 e con una lingua poetica e frammentata racconta le miserie della vita. Un romanzo non semplice, adatto a chi cerca una lettura vivida, elegante e commovente.
Image Source: Pixbay – Adelphi