Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che, pur vedendo, non vedono». La vista, il vedere, il guardare, nella letteratura hanno un forte valore metaforico, fin dall’antichità. Lo sapeva bene José Saramago, che intorno a questa tema ha scritto uno dei suoi romanzi più noti, Cecità, pubblicato in Italia da Feltrinelli. Un autore Premio Nobel e un classico da riscoprire durante l’estate!
Cecità uscì in Portogallo nel 1995, col titolo originale di Ensaio sobre a cegueira, ovvero in italiano saggio sulla cecità; questo perché l’intento non era semplicemente di raccontare una storia, ma di far riflettere sul valore morale e sociale del vedere e sull’impatto che una cecità diffusa potrebbe avere sulla società. Un romanzo che ha quasi trent’anni, che ha avuto enorme successo in patria e all’estero, e che negli ultimi due anni è stato riscoperto, tornando in vetta alle classifiche.
Come La peste di Albert Camus, anche Cecità ha avuto nuova notorietà grazie, o per colpa, della pandemia da Covid 19. Perché narra proprio la storia di una malattia pandemica, che rende la popolazione cieca. Un saggio, un romanzo, una narrazione distopica, una critica alla società. È difficile incasellare Cecità in un unico genere letterario. In un tempo e in un luogo non precisati, improvvisamente tutta la popolazione perde la vista. Una malattia incurabile e inspiegabile. Chi viene colpito dal male improvvisamente vede tutto bianco, come se fosse immerso in una tazza di latte. Immediatamente esplode il terrore, l’isolamento dei malati e dei sospetti di contagio. Ma ben presto la situazione diventa ingestibile. La violenza, le barbarie, il più basso istinto di sopravvivenza, dilagano. Tutti sono ciechi. Tutti tranne una donna.
Saramago è stato in grado di scrivere una storia universale, senza tempo. Dipinge alla perfezione la bestialità dell’essere umano. Basta poco per perdere tutto: regole, leggi, umana decenza. Anche il fatto che la cecità che colpisce la popolazione non sia un nero assoluto, ma un bianco abbacinante, è significativo. Un bianco che rivela, che illumina, che fa luce su cosa è in grado di fare l’uomo. Una storia dura, crudele, ma in cui è possibile ravvedere una minima speranza, perché una donna si salva da questa malattia. Perché proprio lei? Come mai non viene colpita dal morbo?
Image Source: Feltrinelli