Gli ebrei non mi considerano tale perché mia madre è serba e l’ebraismo si trasmette per linea materna. Per i serbi sono ebreo, perché lo era mio padre e il mio cognome è ebreo. Potevo propormi come bosniaco, ma che razza di bosniaco ero mai? Se non ero serbo, croato, musulmano o ebreo, non rientravo in nessuna categoria conosciuta; ero, sono, un ostali, uno straniero, e questa è l’identità con cui mi trovo più a mio agio.
Siete alla ricerca del libro da leggere durante le vacanze di natale? Di un romanzo che vi entri dentro e non vi abbandoni più? Il titolo perfetto per voi è La figlia, di Clara Usón, edito da Sellerio. Clara Usón, in questo suo romanzo del 2013, dopo un lungo e tedioso lavoro di ricostruzione storica, ha scritto pagine vere, struggenti, dolorose. La figlia del titolo è Ana, un ragazza poco più che ventenne, allegra, circondata da amici, ottima studentessa di medicina. Il suo cognome è Mladić. Suo padre è Ratko Mladić, nel 1994 capo dell’esercito serbo. Uomo privo di scrupoli, morale, umanità. Responsabile dell’assedio di Sarajevo, dell’eccidio di Srebrenica, della pulizia etnica avvenuta in Bosnia.
Ana vive nell’inconsapevolezza. Amata dal padre, a cui lei a sua volta è devota, quasi in una sorta di idolatria. Del resto, la propaganda serba parla di eroi, difesa nazionale, guerra necessaria. Tutto cambia, però, durante un viaggio di Ana a Mosca. Qui incontra praticamente per caso un uomo, un fotogiornalista canadese che ha immortalato terribili crimini di guerra; crimini che hanno un nome, un mandante: Ratko Mladić. Scopre che quelli che credeva essere amici, compagni di università, tollerano la sua presenza solo perché hanno paura di suo padre. Capisce che il suo ex fidanzato è stato mandato a morire al fronte per una rivendicazione sempre di suo padre. A quel punto tutto crolla. Ana non sa più chi è lei, chi è la sua famiglia, la sua nazione. E una notte, decide di porre fine al suo tormento con una pistola.
La figlia è un romanzo ricco di intrecci, nella trama e nella struttura. I capitoli in cui conosciamo Ana, e ci addentriamo nella sua mente, si alternano a capitoli di ricostruzione storia, dove Clara Usón permette al lettore di conoscere meglio i fatti fondamentali di un conflitto avvenuto alle porte di casa nostra, di cui però sappiamo pochissimo. Un romanzo che parla di guerra e conflitti personali, da cui però emerge un’incredibile umanità, quella di una giovane ragazza che non ha retto il peso del senso di colpa e della vergogna.
Image Source: Sellerio