Perché proprio a me? Cosa ho fatto di male in questa o nelle mie vite precedenti? Sono queste le domande che ruotano nella mente di Pietro Borzacchi, il protagonista di Fame d’aria, l’ultimo e attesissimo romanzo di Daniele Mencarelli, edito da Mondadori. Nella testa queste domande, nel cuore e nella pancia il dolore ormai è stato sostituito dalla rabbia e dall’assenza di speranza. Pietro è un uomo comune, che ha sulla schiena un carico pesantissimo, quello di un figlio malato. Solo Daniele Mencarelli poteva riuscire a pescare un tema così delicato e a narrarlo con nuda sincerità, senza finti pietismi. Ancora una volta lo scrittore romano ci racconta il dolore in un modo tutto suo, poetico e realistico.
Fame d’aria si apre su una strada tutte curve del Molise. Pietro e il figlio Jacopo stanno viaggiando verso il mare, quando la frizione della vecchia Golf si rompe, lasciandoli a piedi. Per fortuna, proprio in quel momento, passa di lì Oliviero, sul suo carro attrezzi. Il meccanico rimorchia padre, figlio e auto scassata fino al paese più vicino, Sant’Anna del Sannio, settecento anime destinate all’oblio.
Il guasto della macchina, mentre si è in viaggio, per tutti è sicuramente un noioso contrattempo. Immediatamente però capiamo che per Pietro è molto di più di una bega da sbrigare. Perché Pietro si trova perso nel nulla insieme a Jacopo, che soffre di autismo a basso funzionamento. Cosa significa? «Significa che non parla, non sa fare nulla, si piscia e si caca addosso», è lo stesso Pietro a dirlo rivolgendosi a chiunque indaghi sulla condizione del figlio. Inoltre capiamo subito che Pietro i soldi per sistemare la macchina non li ha, si trova con pochi euro in tasca e il conto corrente bloccato.
In attesa che Oliviero ripari la macchina, padre e figlio sono costretti a soggiornare da Agata, proprietaria di un bar che una volta, quando ancora in paese c’erano turisti, era anche pensione. Ad aiutare Agata nel bar, troviamo Gaia, sorriso e gentilezza, in grado di rompere la corazza che Pietro si è costruito. In questo luogo dimenticato da Dio, grazie ad anime gentili che comprendono il suo dolore, Pietro sarà in grado di toccare il fondo per poi iniziare lentamente a risalire.
Preparatevi, Fame d’aria non è un libro semplice. Non per la scrittura o per i temi trattati, ma per le corde emotive che tocca. Daniele Mencarelli racconta uno dei sentimenti più forti e inspiegabili, quello che lega un genitore a un figlio. Complimenti Daniele, ancora una volta ti confermi un narratore in grado di emozionare attraverso storie semplici, ma mai scontate e con una lingua a metà strada tra poesia e prosa. Questa volta il Premio Strega te lo meriti tutto, noi tifiamo per te!
Image Source: Mondadori