Sei una donna ebrea chassidica ultraortodossa. Hai cinquantasei anni, dieci figli, svariati nipoti. Una mattina scopri di essere incinta. Ti comunicano che nel tuo grembo non sta crescendo un solo bambino, ma ben due gemelli. Dovresti essere felice, entusiasta di questa doppia benedizione che Dio ti ha riservato. E invece la notizia ti atterrisce. Questa è la storia di Surie, la protagonista di Madre, il primo romanzo di Goldie Goldbloom, edito in Italia da Playground.
Con Madre ci addentriamo nella comunità chassidica di Williamsburg, un quartiere di Brooklyn, New York. Vi avevo già parlato di questa realtà in occasione della recensione di Ex Ortodossa, romanzo da cui è stata tratta l’omonima serie Netflix. Un luogo fuori dal tempo, in cui vivono ebrei ultraortodossi che rifiutano la modernità e la secolarizzazione, e conducono la stessa esistenza che vivevano un tempo gli ebrei dell’Europa dell’est. L’orologio qui si è fermato. Le persone indossano abiti degli anni Trenta, parlano yiddish e a stento capiscono l’inglese, non hanno telefoni, computer, televisori. Gli uomini conducono una vita completamente dedita allo studio dei testi sacri, le donne allevano figli.
Quando Surie scopre di essere nuovamente incinta non sa cosa fare. Ha paura dello stigma e della vergogna che ricadranno su di lei e sulla sua famiglia. A cinquantasei anni Surie dovrebbe dedicarsi ai nipoti, e non mettere al mondo altri figli. A cinquantasei anni anche solo l’idea che lei possa unirsi carnalmente al marito è considerata innaturale. Questi timori si uniscono alla paura di una nuova gravidanza, per di più in età avanzata. Il parto è un evento molto rischioso, che potrebbe mettere in pericolo la sua vita e quella dei gemelli. Per non parlare del risvolto economico: due figli sono un costo che la famiglia di Surie a stento potrà permettersi.
Tutte queste apprensioni, portano Surie a tenere la notizia per sé. Il suo corpo si dilata, ma i suoi famigliari, compreso il marito Yidel, pensano che stia solamente ingrassando a causa della menopausa. Surie si trova così a custodire un segreto devastante e in questo si avvicina alla condizione che ha conosciuto il figlio Lipa, costretto a fuggire dalla comunità perché gay. La gravidanza diventa occasione per riflettere su quello che è stato, sugli errori del passato.
Con Madre ci troviamo di fronte a una storia unica, talmente particolare, da essere interessante nonostante la scrittura abbastanza piatta. Diciamo che il contenuto distoglie l’attenzione dal contenitore. Un libro perfetto per chi vuole conoscere una realtà lontana dalla nostra quotidianità. Una riflessione sul peso delle aspettative sociali e sulla forza della disobbedienza.
Image Source: Pixbay – Playground Libri