Lei voleva essere e basta. Voleva il diritto di non doversi giustificare, di non dover spiegare, di non dover illustrare alle persone il motivo per il quale era nata così. Come fanno i fiori di campo che infestano i prati in primavera e sbocciano senza badare a chi hanno vicino, lei voleva amare e credere senza il benestare di nessuno. Ed era quello il momento è giusto.
Lotta e resistenza due parole che, non a caso, in italiano sono declinate al femminile. Nel nuovo romanzo di Barbara Fettuccia, La memoria dei bachi da seta, edito da Scatole Parlanti, incontriamo donne (ma anche uomini) pronti a lottare e a resistere pur di esistere.
Avevamo già avuto il piacere di conoscere Barbara Fettuccia grazie al suo precedente libro, Il paese della Jacaranda. Barbara è tornata in libreria con un nuovo romanzo dove la storia personale dei protagonisti si intreccia con la Storia ufficiale di un Paese, in questo caso l’Italia, dalla seconda guerra mondiale fino agli anni dello stragismo nero. Ne La memoria dei bachi da seta particolare e universale si uniscono, perché alla fine la grande storia, quella che viene studiata fra i banchi di scuola, non è altro che l’insieme di tante piccole storie personali.
Il tutto ha inizio nel 1972, quando Nina e Amelia si incontrano a una manifestazione a Sanremo. Quel giorno le persone sono scese in piazza per rivendicare il diritto di amare, liberamente, secondo la propria natura. Nina è nata in un piccolo paesino del sud Italia, è cresciuta nell’abitudine a rinnegare le proprie inclinazioni sessuali, considerate deviate, malate. Da questa dimensione è scappata verso Bologna, città che le garantisce anonimato e libertà. Amelia invece ha perso la mamma da piccola, è stata cresciuto nella campagna emiliana da un padre comprensivo e illuminato per i tempi, che non ha mai fatto sentire in colpa la figlia per la sua omosessualità.
Fra Nina e Amelia nasce un sentimento profondo, dalle radici salde, pronto a resistere nel tempo contro i pregiudizi della gente. Nina a Bologna studia biologia e lavora nel negozio di fiori di Fosca. Qui imparerà il linguaggio delle piante e conoscerà la storia della propria titolare, nata in Istria da madre cattolica e padre ebreo. Anche Amelia, che lavora in una libreria, è pronta ad ascoltare la storia de Il Ragno, uomo della resistenza.
Nina, Amelia, Fosca, Il Ragno, Dario, Giuseppe, Fefé… i personaggi de La memoria dei bachi da seta sono tantissimi, ognuno protagonista a suo modo, con la propria storia. Un romanzo unico, ben costruito, in cui le storie si intrecciano con linearità, senza confusione. Una scrittura delicata, che sa parlare di e ai sentimenti.
Image Source: Barbara Fettuccia – Scatole Parlanti