Trieste, città bella è dannata. Luogo conteso per secoli. Luogo di confine, di storie, tradizioni, lingue e popoli che si mescolano. Città all’apparenza piatta, aperta ad affacciarsi su un golfo. Nel proprio cuore però racchiude salite ripidissime, con cremagliere che le solcano. Città sottovalutata, sconosciuta, dimenticata dalle tradizionali rotte turistiche. E proprio per questo affascinante, misteriosa. Qui si svolge Alma, il più recente romanzo di Federica Manzon, edito da Feltrinelli.
Per tutto il libro una domanda: la storia vince sulla geografia, o viceversa è la geografia a vincere sulla storia? Perché Alma è un romanzo fatto di Storia e di storie, di confini e di guerre. E nessuna città meglio di Trieste può rappresentare questa coesistenza, a tratti pacifica e tratti bellicosa. Il romanzo prende il titolo dal nome della protagonista. Oggi Alma è una donna adulta, sulla soglia dei cinquant’anni. Torna nella città in cui è nata e da cui è fuggita, Trieste appunto, per fare i conti col proprio passato e chiudere definitivamente quel capito della propria vita. Suo padre è morto, e le ha lasciato un’imprevista eredità.
Il padre di Alma fu un uomo senza radici, e di conseguenza dall’identità sfilacciata. Un uomo che andava e veniva al di là del confine. Aveva un sogno e un ruolo importante nell’entourage politico di Tito, ma nessuno della famiglia sapeva esattamente che lavoro svolgesse in Jugoslavia. Proprio per questo esercitava un certo fascino sulla figlia, che sapeva e non sapeva, immaginava e ipotizzava. All’opposto rispetto alla figura paterna, abbiamo il nonno materno di Alma, custode della tradizione asburgica. A casa dei nonni, Alma trova l’ordine e il rigore, le lenzuola fresche di pulito, gli orari stabiliti, che a casa propria non ha. Soprattutto i nonni le trasmettono quella cultura mitteleuropea che permea tutt’ora Trieste.
Un giorno nella vita di Alma compare Vili, un ragazzino sparuto, poco più grande della nostra protagonista, figlio di due intellettuali di Belgrado, amici del padre. Questo sarà l’incontro che segnerà per sempre l’esistenza di Alma. Solo grazie a Vili, Alma riuscirà a scoprire qualcosa di più del padre, e ad assistere al disfacimento di una nazione e alla conseguente guerra fratricida. Alma è un romanzo lapidario, scritto da una penna unica. Una scrittura pensata, soppesata in ogni singolo dettaglio, in grado con poche parole di trasmettere pensieri, emozioni e atmosfere. Perfetto se avete letto e amato Non ci salveranno i melograni e Mi limitavo ad amare te.
Image Source: Feltrinelli – Adolfo-Frediani