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Chanel incanta Roma con Métiers d’art Paris-Rome

by Paola Redaelli
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ChanelUna delle cose che mi piace ricordare del 2015 appena passato è la sfilata di Chanel a Roma. Per la precisione a Cinecittà, presso lo Studio n° 5, lo stesso nel quale Federico Fellini girò il capolavoro ‘La Dolce Vita’ nel 1960, che Karl Lagerfeld ha ricostruito Parigi fin nei minimi dettagli, in modo veramente straordinario, con un fornaio, un droghiere, un caffè, un fioraio, una stazione del metrò ed un cinema. Scegliendo le tonalità del bianco e del nero, ha voluto celebrare allo stesso tempo l’epoca d’oro del cinema italiano ed alcune delle sue più grandi interpreti, quali Jeanne Moreau, Monica Vitti, Anouk Aimée e Romy Schneider, vestite da Coco Chanel nelle pellicole dei grandi maestri Visconti e Antonioni. Ecco quindi Métiers d’art Paris-Rome 2016, l’annuale sfilata itinerante della maison, punto di incontro tra la raffinatezza francese e gli artigiani, soprattutto i laboratori che fanno parte di Paraffection, l’azienda sussidiaria aperta da Chanel nel 1997 per promuovere e preservare il lavoro degli artigiani francesi e a cui si affida per le sue creazioni (Lemarié per piume e fiori, Massaro per le scarpe, Desrues per bottoni e gioielli).
ChanelProprio per questo, al termine della sfilata, ogni boutique ha aperto le sue porte per offrire pasta, pizza e gelato: perfetta metafora della fervente attività degli Atelier d’Art Chanel e della loro straordinaria capacità di trasformazione. Più che il set, però, sono i dettagli della collezione a renderne inequivocabile la provenienza francese. Come lo stesso Karl Lagerfeld sottolinea: “Ecco perché parliamo di Paris in Rome, questa maison è francese, così come lo è la nostra collezione, insieme agli artigiani che l’hanno realizzata, in assoluto i più esperti, talentuosi e creativi del mondo”. Le acconciature alla Bardot, le pantofole adornate di perline, per la prima volta all’interno di una collezione Chanel, come ammette lo stesso Lagerfeld, e le lunghe giacche in tweed drappeggiate sulle spalle segnano un debutto dal carattere nettamente parigino.
Le silhouette sono slanciate, audaci, e includono abiti con fibbie in metallo scintillante, longuette dipinte di nero, mini abiti plissettati, il tutto su collant in pizzo, molto parigini, senza tralasciare un nuovo tailleur in versione cinematografica, orlato con un “gallone in pellicola”, a tre pezzi (giacca, gonna dritta e pantaloni a sigaretta).
ChanelI colori degli abiti si illuminano e si fondono con quelli autunnali e terrosi della città eterna, i tessuti sono arricchiti da numerosi dettagli, come una longuette in pelle che ricorda le farfalle, il tradizionale formato di pasta, o ancora piume dipinte a mano in modo da riprodurre un effetto marmoreo. Tra gli accessori vanno ricordati le iconiche ballerine e décolleté bicolor, le mules (per crearle è stato preso un tipico modello Chanel, poi aperto all’altezza del tallone), la classica 2.55 e la borsa a tracolla a forma di vecchia fotocamera nera. Per la sera gli abiti sono delicati, vestaglie di pizzo con tulle, fodere di velluto plissé e camicie da notte in crêpe georgette e guipure.
La colonna sonora è stata interpretata dal pianista Chistophe Chassol su un palco realizzato per l’occasione.
La collezione è stata inoltre accompagnata dalla presentazione in anteprima del cortometraggio dedicato a Gabrielle Chanel, ‘Once and Forever’, interpretato da Kristen Stewart e dalla figlia di Charlot Geraldine Chaplin, che hanno avuto il ruolo di Mademoiselle in due differenti periodi, giovinezza e maturità, riportandone alla luce la personalità e la biografia.
Una sfilata iperfemminile ed elegante, proprio da film, che mi fa capire quanto in questo momento anche io abbia “un disperato bisogno di Chanel”.

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