Siete pronti a intraprendere una viaggio da incubo, fra le corsie di un ospedale americano di metà Ottocento? Il nuovo romanzo di Joyce Carol Oates, intitolato Macellaio ed edito in Italia da La nave di Teseo, vi sorprenderà, vi stupirà, vi terrorizzerà e vi disgusterà. Questo insieme di sentimenti è evocato per merito di una delle più grandi e prolifere penne della narrativa americana contemporanea, di cui vi avevo già parlato in passato, attraverso uno dei suoi precedenti romanzi, Una famiglia americana.
Joyce Carol Oates è strabiliante. Ottantasei anni, dal 1978 membro dell’American Academy of Arts and Letters, insegnante alla Princeton University. Ha scritto di tutto: più di cinquanta romanzi, raccolte di racconti, pièce teatrali, libri per bambini e ragazzi. E ogni volta è in grado di sorprendere il lettore, mai ripetitiva, mai uguale a sé stessa, ha una vena creativa inesauribile.
Il Macellaio del titolo è il dottor Silas Aloysius Weir, che a metà Ottocento inizia a prestare servizio presso l’Istituto del New Jersey per donne malate di mente. Siamo nell’America puritana e protestante, dove un dottore può agire indisturbato, trasformando le sue pazienti in cavie umane. Nel giro di pochi mesi, il dottor Weir diventa direttore dell’ospedale, trasformandolo così nel suo personalissimo regno. Senza alcun controllo potrà svolgere esperimenti, al limite di vere e proprie torture. Le destinatarie di questa medicina sperimentale sono le sue pazienti, tutte donne, per lo più di bassa estrazione sociale. Grazie alla sua opera, Weir inizierà ad essere considerato il padre della moderna gino-psichiatria, in un’epoca in cui si pensava che le ragioni della malattia mentale femminile si annidassero nell’apparato riproduttivo. L’ambizione e la follia di Weir si sposano con l’ossessione per una giovane serva irlandese, Brigit Kineal. La donna diventerà da un lato il principale soggetto sperimentale del Macellaio, dall’altro l’unica in grado di opporsi e contrastare il suo potere.
Macellaio è un romanzo veramente unico; non penso di aver mai letto nulla di simile in passato. Qui la sospensione del reale è assoluta e più volte il lettore si domanderà se Silas Aloysius Weir sia realmente esistito. Joyce Carol Oates crea il quadro perfetto di una società schiavista, maschilista e patriarcale, mescolando finzione e realtà e offrendoci, nella narrazione, più punti di vista. Abbiamo fra le mani un’opera rara, irripetibile, frutto di anni di ricerche e di una capacità narrativa sorprendente!
Image Source: La nave di Teseo
