Giorgio Armani nuovamente grande protagonista della moda alla Milano Fashion Week 2025 dove ha presentato la sua collezione Autunno/Inverno 2025 intitolata Radici: un omaggio personale e stilistico alle fondamenta della sua visione di eleganza che ha reso il suo nome un’icona globale. In un momento storico in cui la moda spesso cede al richiamo della banalità e degli eccessi, Re Giorgio sceglie di tornare alle basi, riaffermando la centralità della qualità e di uno stile che parla senza bisogno di alzare la voce.
Un viaggio alle origini dell’eleganza
Radici non è solo un titolo, ma un ritorno consapevole a quell’idea di eleganza che Giorgio Armani ha saputo costruire e difendere in decenni di carriera. Un’eleganza che non ha mai avuto bisogno di gridare per farsi notare, che ha sempre trovato forza e modernità nella sottrazione. La collezione presentata alla Milano Fashion Week 2025 è stata un racconto intimo e sincero, in cui ogni capo sembrava racchiudere un frammento di memoria, una riflessione su ciò che davvero conta.
Le giacche, dalle spalle naturalmente scivolate, si muovevano con leggerezza, seguendo i gesti di chi le indossa anziché imporli. I pantaloni, fluidi e impeccabili, sfioravano il corpo senza mai ingabbiarlo. E poi gli abiti da sera, in velluto e seta lavata, che si abbandonavano al movimento con quella grazia disinvolta che è da sempre cifra distintiva di Armani. Più che una sfilata, è sembrato un dialogo sommesso tra passato e presente, una conversazione sulla bellezza che resiste al tempo e alle tendenze, perché nasce da una visione limpida e, soprattutto, autentica.
Uno degli aspetti più significativi della collezione è stato il rapporto con la materia, trattata non solo come elemento estetico, ma come veicolo di significato. I tessuti – lana pettinata, velluto dalla mano morbida, seta grezza – parlano la lingua della tradizione e della verità materica, un linguaggio che risuona profondamente in chi conosce la storia della maison. La palette cromatica riflette questa connessione con la terra: toni caldi del legno e dell’argilla si alternano a grigi polverosi e verdi intensi, richiamando la natura non come tendenza, ma come radice culturale ed emotiva. Ogni tessuto, ogni sfumatura di colore è parte di una narrazione che intreccia memoria e presente, sottolineando il valore di ciò che è destinato a durare.
Un messaggio di consapevolezza e identità
Con Radici, Giorgio Armani non ha semplicemente presentato una collezione, ma ha voluto lanciare un messaggio chiaro al mondo della moda. In un’epoca in cui la velocità detta legge e le tendenze evaporano in una stagione, tornare alle proprie origini non è nostalgia, ma un atto di coraggio e di coerenza. La sfilata stessa ha seguito questo ritmo più umano: la passerella si è trasformata in uno spazio di ascolto e osservazione, dove ogni capo poteva raccontarsi senza fretta, restituendo alla moda il tempo che merita.
Quando Giorgio Armani è apparso alla fine della sfilata, con il suo consueto sorriso discreto, il pubblico gli ha riservato un applauso lungo e sincero. Un omaggio non solo alla bellezza dei capi appena visti, ma al percorso che quello stile rappresenta. Con Radici, Armani ha voluto ricordare – prima di tutto a sé stesso – il valore di un’estetica costruita nel tempo, senza forzature, senza rincorrere mode effimere. È il racconto di una visione che, pur evolvendosi, non ha mai perso di vista i suoi principi fondanti: eleganza senza tempo, cura maniacale per il dettaglio, rispetto profondo per chi quei capi li indossa. In un’epoca in cui l’identità stilistica sembra sempre più sfumata, Armani sceglie di riaffermare la propria con la naturalezza di chi, guardando indietro, trova la direzione più chiara per il futuro.
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