Michel Bussi è lo scrittore francese più letto dai nostri cugini d’oltralpe. In Italia lo stiamo lentamente scoprendo grazie soprattutto alla Casa Editrice E/O che nel 2016 ha pubblicato ben due suoi romanzi Ninfee Nere e Tempo assassino. Il merito però va riconosciuto anche a Mondadori, che nel 2014, portò sugli scaffali delle librerie italiane Un aereo senza di lei. Bussi è un grande autore di noir, ambientati in paesaggi molto caratteristici, tipicamente francesi, che si strutturano sempre su più livelli narrativi: svariati personaggi, ognuno con il suo punto di vista, e costanti flashback che ci spiegano l’antefatto degli eventi. Se non avete mai letto nulla di questo scrittore, il consiglio è di iniziare con Ninfee Nere: fra i tre romanzi per ora tradotti, è quello con il colpo di scena più riuscito, ovviamente senza nulla togliere agli altri. Già dal titolo si capisce che Ninfee Nere è un tributo a Monet. Ci troviamo a Giverny, in Normandia, un piccolo paesino dove Monet ha vissuto e dipinto i suoi quadri più famosi, meta turistica di scolaresche e pseudo-artisti. Lo scorrere tranquillo della vita viene interrotto da un omicidio su cui è chiamato a indagare l’ispettore Sérénac; intorno a lui tre figure femminili: Fanette, una bambina di 11 anni amante dell’arte, Stéphanie, la bellissima maestra del villaggio, e infine una vecchietta che spia i suoi concittadini dall’alto di una torre. A collegare tutti questi personaggi i quadri di Monet. Michel Bussi ha scritto un noir dall’intreccio solidissimo, con un colpo di scena totalmente imprevedibile: sfido chiunque a cercare di capire chi è l’assassino prima del capitolo finale. Non da meno Tempo Assassino. Anche in questo caso Michel Bussi ci porta fra i turisti, nella selvaggia Corsica durante il mese d’agosto. Nel 1989 Clotilde fu l’unica sopravvissuta di un terribile incidente automobilistico: la macchina su cui viaggiava insieme al fratello e ai genitori finì fuori strada, giù per un burrone, tutti morti nello schianto tranne lei. Improvvisamente ci troviamo nel 2016: Clotilde, con marito e figlia al seguito, torna in Corsica a trascorrere le vacanze. Ma fin dai primi giorni le vengono recapitato terribili indizi, tanto da portarla a sospettare che la madre non fosse realmente morta ventisette anni prima. In questo caso una trama più semplice, in cui la narrazione in terza persona dell’autore è intervallata da parti diaristiche che ci permettono di conoscere attraverso Clotilde i lontani giorni del 1987. Suspense e l’adrenalina sono garantite. Ora attendiamo con ansia il prossimo romanzo di Michel Bussi, sperando di non dover aspettare troppo a lungo!
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