Spiegare in poche righe chi sono e cosa fanno i food blogger è molto difficile. Il numero di questi professionisti cresce ogni giorno, ma non tutti possono definirsi tali in quanto essere un food blogger, mescola tante capacità, dalla cucina alla scrittura, dalla fotografia all’uso di internet. Interagire con i propri follower è un’altra arte imprescindibile per chi intende diventare un bravo food blogger, quasi quanto saper cucinare. E noi abbiamo deciso di intervistare Giovanni Castaldi per farci spiegare al meglio questo magnifico mestiere. Nato a Napoli nel 1986, dopo aver conseguito gli studi in Economia, si è trasferito a Milano nel 2015 per diventare uno dei volti di Giallo Zafferano, il sito di ricette e video ricette più famoso in Italia.
Buongiorno Giovanni e grazie per aver accettato di raccontare il tuo lavoro ai nostri lettori. Di che cosa ti occupi e in che cosa consiste il tuo lavoro di food writer?
Ciao Paola, grazie a te dell’invito. Sono felice di essere con te e i tuoi carissimi lettori. Nel 2010 ho cominciato a raccontare di ricette nel mio spazio personale che si chiama Peccato di Gola. Si tratta di un blog dove si parla principalmente di cucina. In aggiunta pizzichi di racconti su di me, spolverizzate di aneddoti sulla mia famiglia ed i miei amici e poi c’è sempre una generosa cucchiaiata di passione. Poi nel 2015 è arrivata la proposta di lavoro da parte di GialloZafferano. Parte del mio tempo lo trascorro in redazione dove mi occupo della scrittura delle ricette e la gestione della community. Il resto invece lo impiego tra cucina, video e tante, ma tante, ricerche. Come puoi immaginare è un lavoro davvero molto creativo e questo mi permette di non stancarmi mai. Sebbene le giornate siano lunghe e trascorrano a gran velocità riesco comunque a conciliare il lavoro con il mio blog.
Quando hai iniziato ad appassionarti di cucina?
La passione per la cucina credo sia nata esattamente con me, sin da piccolo mamma ricorda una voracità più unica che rara. Poi a 3 anni è arrivato un compagno per la vita: il diabete. A lungo mi ha fatto vivere un rapporto di odio e amore con il cibo, al punto da costringermi ad indossare più di 30 kili di insicurezze e insoddisfazioni. Quando ho deciso di rimettermi in forma ho capito che la cucina non doveva essere un tabu, poteva invece diventare un punto di forza. Nel tempo tra lavoro, passione e salute il food è diventato più amore che odio.
Quali attività e iniziative sono nel presente di Giovanni Castaldi? E nel suo futuro?
Dal 2010 ad oggi ci sono state davvero tante iniziative sul mio blog così come sulla mia fanpage. A proposito venite a trovarmi! La più recente è la sezione delle “ricette senza…” si tratta di uno spazio interamente dedicato alla cosiddetta cucina alternativa. Le ricette sono distribuite in sezioni ben distinte come per esempio ricette senza sale, quelle senza saccarosio (zucchero bianco), senza burro, senza glutine. Ognuno può trovare delle ricette che calzano a pennello se si ha una intolleranza o una necessità a livello di salute. Ma è anche uno spunto per chiunque abbia il desiderio di sperimentare una cucina diversa e, quando possibile, anche più salutare.
Nel mio futuro? Qualche a novità a breve ma nel frattempo non posso che augurarmi solo #solocosebelle!
Esiste una distinzione tra giornalista gastronomico e food writer e, se sì, non sono ruoli che si intrecciano e i cui confini si assottigliano? E come se la cavano a tuo avviso i giornalisti oggi sul web, soprattutto quelli che criticano i piatti e raccontano di percorsi sensoriali del gusto?
Certo, esistono delle distinzioni tra le due figure ma sicuramente quello che accomuna è la passione per il food e la comunicazione. Fare informazione gastronomica per alcuni comporta dei vincoli deontologici, per altri è un impegno personale che rispetta l’etica e la moralità, per qualcuno infine non è altro che il semplice e mero amore per la cucina. Il bello è proprio questo, no? La possibilità di scegliere. Ho bisogno di leggere questa notizia per lavoro o per interesse? Per cultura o perché voglio perdermi in un genuino racconto di un blogger?
Quali le istruzioni per l’uso del web writing che narra il food?
Chiarezza, assolutamente e senza alcun dubbio. E poi l’entusiasmo. Il perché si è arrivati a quella ricetta, qual è stata l’esperienza che ha portato lo scrittore fino alla produzione. Il colore insomma. Ecco, insieme alla chiarezza mi piace che ci sia colore ed entusiasmo. Questo è quello che c’è nel mio personalissimo manuale di scrittura per il food.
Per esempio nelle introduzioni degli articoli ci sono sempre riferimenti alla mia vita quotidiana, alle domeniche che trascorro con gli amici a fare il brunch in casa e poi alle ricette che mi ha trasmesso la famiglia. Mentre nelle ricette senza zucchero cerco sempre di dare qualche spunto per migliorare la glicemia e fare attenzione allo stile di vita.
Tra le tante ricette che hai proposto, qual è la tua preferita?
Sul mio blog non ci sono contenuti che non mi piacciono, altrimenti non li avrei mai prodotti e pubblicati. Ma una delle mie ricette preferite è quella dei paccheri fritti .
Una preparazione semplice, con ingredienti tipici della mia cucina e, nemmeno a dirlo, della mia terra: pomodoro, mozzarella, ricotta di bufala e basilico. Ah, ovviamente i paccheri, un formato di pasta unico ed eccezionale! La loro principale caratteristica è quella di assorbire il condimento e di mantenere intatta la loro consistenza. Sono perfetti perciò per accompagnare sughi coi frutti di mare o a base di pomodoro. Perciò mi son detto, perché non trasformare la pasta in un antipasto? E così paccheri fritti! Uno sfizioso finger food da pucciare nel sugo di pomodoro e mangiare in un boccone. Provateli!
Scrivere era come te l’aspettavi, o forse meglio? Qual è l’emozione più grande che quest’attività ti fa provare?
Non è assolutamente come me l’aspettavo, è molto meglio senza alcun dubbio. Si tratta di un lavoro che ti dà la possibilità di apprendere tantissime informazioni. Sì, a monte c’è tanto lavoro da fare come documentarsi e ricercare le fonti più attendibili ma soprattutto essere sicuri del contenuto da lanciare. Ma alla fine ti riempie di emozione leggere che tutto quello per cui hai lavorato porta successo agli altri che hanno riprovato la tua ricetta. Qualcuno mi ha anche scritto che un mio racconto è stato di ispirazione. Per me è stata una grandissima soddisfazione!
Cosa credi non debba mancare nella libreria di un “Kitchen Addicted”?
Credo sia molto importante fare spazio in libreria ai manuali. La tecnica va sempre curata, affinata, migliorata e poi sui miei scaffali, insieme ai manuali, si trovano svariati libri di ricette e non solo. Mi piace molto leggere le storie che le contornano. Il calore di cui ti parlavo prima insomma. Uno dei libri che di recente ho imparato ad adorare? La Grammatica dei Sapori di Niki Segnit!
Ringraziamo Giovanni Castaldi per la cortesia con cui ha risposto alle nostre domande.
Lasciamo a voi provare a cucinare i piatti di Giovanni Castaldi e se volete visionare alcune sue creazioni visitate il sito Peccato di Gola.
Image Source: Gian Marco Folcolini e Giovanni Castaldi