Esistono donne, in alcune parti del mondo, che per volontà propria oppure della famiglia, rinunciano alla propria femminilità per incarnare un ruolo maschile. In particolare, questo fenomeno è diffuso nella zona settentrionale dell’Albania. Dalla comunità sono chiamate vergini giurate perché, con un giuramento solenne, diventano uomini, ma allo stesso tempo promettono di non perdere mai la verginità, rinunciando all’amore. Non più donne, non del tutto uomini. Questo fenomeno è stato raccontato nel romanzo Vergine giurata, della scrittrice albanese Elvira Dones, edizione Feltrinelli, da cui la regista Laura Bispuri ha tratto l’omonimo film.
La protagonista è Hana, interpretata nel film da una splendida Alba Rohrwacher. Una giovane ventenne, studentessa universitaria, cresciuta in una zona rurale dell’Albania, ma allevata da due zii dalla mentalità moderna, che le hanno permesso di essere libera e studiare. Purtroppo entrambi gli zii sono gravemente malati: la zia muore per un attacco cardiaco, lo zio soffre di un tumore alla gola. Negli anni Ottanta l’Albania era un paese molto arretrato, che non riconosceva alcun diritto alle donne. Non potevano guidare, possedere una macchina o un capo di bestiame, e men che meno una casa. Passavano dalla tutela del padre a quella del marito.
Quando anche lo zio vede avvicinarsi la fine, ad Hana non restano che due scelte: accettare un matrimonio combinato oppure diventare una vergine giurata. Hana opterà per la seconda strada. Dal giorno del giuramento avrà gli stessi diritti e gli stessi dovere di un uomo, sarà rispettata da tutta la comunità montana, potrà gestire la piccola fattoria famigliare, portare un fucile, bere e fumare. Ma il prezzo pagato per tutta questa libertà è caro. Un romanzo profondo e duro, in cui incontriamo Hana ormai adulta, alla ricerca di una nuova vita negli Stati Uniti. Prima però di rinascere, nuovamente donna, deve affrontare i fantasmi del suo passato.
Tutto quello che Elvira Dones racconta in Vergine giurata, è spiegato in modo brillante anche nel saggio Le vergini giurate, curato da Barbara Mazzon e pubblicato da Mimesis. Il fenomeno viene qui affrontato da un punto di vista sociologico e attuale, perché ancora oggi in Albania esistono donne fragili e combattive che vengono obbligate ad abbandonare la loro femminilità per ottemperare a ruoli maschili di una società maschilista.
Eppure questo fenomeno non è limitato all’Albania. Nel romanzo Creatura di sabbia, di Ben Jelloun, editore Einaudi, in un piccolo paesino dal Marocco viene alla luce, dopo sette sorelle, Mohamed Ahmed. Nata femmina, ma cresciuta come maschio, per volontà del padre, che non vuole disperdere il proprio patrimonio. Da tutti verrà riconosciuta come nuovo capofamiglia.
Storie incredibili che ci fanno capire come ancora, in molte parti del mondo, essere donna vuol dire avere qualcosa in meno. Ma, in queste società contraddittorie e irrazionali, basta vestire i panni di un uomo per salire i gradini della scala sociale. Due romanzi scottanti, un saggio coraggioso, che ci raccontano la forza delle donne.
Image source: feltrinelli.it