Nel 1968, in un piccolo paese delle Langhe, una ragazza è rapita da casa, segregata in una cascina e ripetutamente abusata da diversi aguzzini. Questa è cronaca e da qui prende avvio il nuovo romanzo di Alessandro Perissinotto, intitolato Il silenzio della collina, edito da Mondadori. Lo scrittore torinese, nel solco del romanzo-verità, fa propria una storia realmente accaduta: si tratta del primo sequestro di una ragazza minorenne nell’Italia Repubblicana, un episodio che ha occupato le colonne centrali dei principali quotidiani nazionali per diverse settimane, ma di cui poi si è perso traccia nella memoria popolare.
La cronaca è sapientemente intrecciata alla fantasia narrativa dall’abile penna di Perissinotto. Il protagonista de Il silenzio della collina è Domenico Boschis, affascinante attore, romano d’adozione, ma piemontese di nascita. Domenico ormai da anni manca da casa, ma una telefonata improvvisa lo costringe a tornare nelle Langhe. Il padre, con il quale Domenico ha interrotto i rapporti, è gravemente malato e sta per morire. In sella alla sua moto, Domenico si reca immediatamente all’hospice in cui il padre è ricoverato, e qui trova un uomo svuotato di tutto, anche della parola; l’unica frase che ripete ossessivamente è la ragazza, Domenico, la ragazza!, per poi scoppiare in un pianto muto e lacerante. Domenico vorrebbe disinteressarsi di tutto, del padre che era un uomo violento, e di questa presunta ragazza, ma non ci riesce. Lentamente riprende confidenza con la terra in cui è cresciuto, si riappropria della cascina di famiglia e ricongiunge i rapporti con le amicizie d’infanzia. Parallelamente inizia a indagare, ma quando chiede in paese se qualcuno sa qualcosa di una ragazza scomparsa alla fine degli anni Sessanta, si scontra con l’omertà generale. Nessuno vuole ricordare e soprattutto nessuno vuole che quella vergognosa vicenda sia riportata alla luce. Eppure Domenica è testardo, è intenzionato a far luce su questi fatti e soprattutto chiarire il proprio giudizio su quello sconosciuto che è suo padre: lui l’ha sempre considerato un cattivo padre; deve forse cominciare a pensare che sia stato anche un cattivo uomo?
Il silenzio della collina è un libro feroce che racconta di ragazze rapite e rese schiave anche grazie alla compiacenza di un paese intero, perché purtroppo all’epoca le donne valevano poco più di nulla e venivano vendute per un pezzo di terra o per un capo di bestiame. Ma è anche un romanzo di speranza, che illumina con luce positiva le nuove generazioni, in grado di cambiare e rendere una terra povera e inospitale, un luogo ricco e invidiato dal mondo intero.
Forse un po’ azzardato il paragone riportato nel risvolto di copertina con L’avversario dello scrittore francese Emmanuel Carrére, quello che resta de Il silenzio della collina è un ottimo romanzo che sa combinare alla perfezione realtà e fiction, raccontandovi una regione bella e maligna.
Image source: mondadori.it