Che cosa significa per una ragazza di diciotto anni scoprire la politica? E soprattutto cosa può accadere quando questa scoperta è fatta nella Milano degli anni Ottanta? Lo racconta Giorgio Scianna nel suo nuovo romanzo intitolato Cose più grandi di noi, edito da Einaudi. Un titolo molto esplicativo che immediatamente ci fa capire intorno a cosa ruota il romanzo: l’adolescenza, la ribellione, la lotta.
La protagonista di Cose più grandi di noi si chiama Margherita e vive a Milano. Figlia della borghesia, ha una mamma avvocato, un padre medico di base, una sorella troppo diversa da lei e un fratello con cui, al contrario, vive in simbiosi. Conosciamo Margherita fuori dai cancelli di San Vittore, dove suo padre la attende. Margherita è stata accusata di favorire le attività terroristiche, di fiancheggiare le Brigate Rosse. Ha passato in carcere alcuni mesi e ora può tornare a casa, agli arresti domiciliari, perché ha parlato con i giudici, dicendo quel poco che sapeva e facendo qualche sparuto nome. Passerà dalla cella del carcere milanese a un vuoto trilocale, che la famiglia ha affittato apposta per lei, di fronte alla casa in cui vivono i genitori e i fratelli. Nulla è come prima dell’arresto e non si può ricostruire quello che è stato distrutto, per questo mamma Anna vuole Margherita vicina, ma non sotto lo stesso tetto. Vivrà con lei Paolo, il padre.
Fra le quattro mura di questo misero appartamento Margherita ascolta musica classica, dal vetro della finestra osserva i suoi famigliari e capisce che non potrà più riconquistare la libertà. Ormai porta addosso il marchio della traditrice, della ragazzina che spaventata da qualche guardia ha vuotato il sacco, rinnegando gli ideali della lotta. Ma questo mondo, questi ideali, questa colpa sono troppo per una ragazza che ha solo diciotto anni.
Cose più grandi di noi ha il merito di raccontare una storia privata e una storia pubblica. Perché chiunque negli anni Ottanta avesse raggiunto l’età della ragione, ha conosciuto almeno una Margherita, cioè un ragazzo o una ragazza convinto di poter cambiare le cose, fedele a un ideale, a un’idea che però poi si è persa e macchiata nella violenza e nel sangue. O addirittura rivede in Margherita la propria vicenda personale. Giorgio Scianna riesce a calarsi alla perfezione nella mente degli adolescenti e aveva già dimostrato questa capacità nel suo romanzo precedente, intitolato La regola dei pesci.
Inoltre fra le varie Cose più grandi di noi c’è anche Milano, città amata e odiata, dalle mille contraddizioni, che spesso convivono nella stessa persona, come in Margherita. Siamo negli anni Ottanta, le Brigate Rosse stanno perdendo la battaglia contro lo Stato e fra le strade della città appaiono i primi yuppies.
L’affresco di un epoca, Cose più grandi di noi è un romanzo da leggere pronti ad accogliere un profondo dissidio interiore.Image Source: einaudi.it
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