«Che strane creature sono i fratelli», scriveva Jane Austen. Simili, ma diversi. Complici, eppure a volte estranei. Si cresce insieme, in simbiosi. Poi, spesso durante l’adolescenza, ci si perde per strada e le incomprensioni dividono. I più fortunati si ritrovano ormai adulti. Tutto ciò accade ai due protagonisti del romanzo di questa settimana, intitolato Ai sopravvissuti spareremo ancora, scritto da Claudio Lagomarsini e pubblicato da Fazi.
Il punto di partenza, da cui prende avvio la narrazione di Ai sopravvissuti spareremo ancora, è un ritorno doloroso. Un giovane, che lungo tutto il romanzo conosceremo col soprannome di Salice, perché da ragazzo era facile al pianto, torna al paese di origine per vendere la casa di famiglia. Ed è qui che rincontra il fratello maggiore Marcello. Un incontro non fisico, ma metaforico, che avviene attraverso il ritrovamento, e la conseguente lettura, di cinque quaderni scritti molti anni prima dallo stesso Marcello. Lo stratagemma del libro ritrovato, ben noto in letteratura, permette al lettore di immergersi in una realtà famigliare tipicamente italiana e provinciale. Marcello, nelle pagine dei suoi quaderni-romanzi, descrive la propria famiglia. I rapporti complicati col nuovo compagno della madre, soprannominato Wayne perché amante delle pellicole western, film che molto spesso cerca di trasportare nella realtà. Un vicino di casa, il Tordo, perfetto ritratto dell’uomo retrogrado e tradizionalista, millantatore di stravaganti avventure amorose, e pronto a farsi giustizia da sé. La mamma, la nonna, il fratello… e le difficoltà di essere un adolescente atipico, che ama il greco e il latino e non ne vuole sapere di andare in spiaggia insieme ai suoi coetanei.
Ai sopravvissuti spareremo ancora è un perfetto affresco del nostro Paese a cavallo fra gli anni Novanta e gli anni Duemila. Lagormarsini racconta una realtà che non c’è più, ma che molti di noi ricordano perfettamente. L’euro che fa paura, e il calcoli fatti a mente per capire l’equivalente in lire. I figli del boom economico, che a loro volta ai propri figli, senza rendersene conto, stanno lasciando solo macerie. Un mondo ancora fortemente sessista e patriarcale.
Nonostante il finale un po’ citofonato, perché da subito si capisce che l’incontro tra il Salice e Marcello avviene attraverso i quaderni in quanto è impossibile ritrovarsi nella realtà, Ai sopravvissuti spareremo ancora resta un romanzo avvincente e calibrato. Perfetta l’enfasi racchiusa nel titolo. A prima vista il romanzo sembrerebbe parlare di una guerra e in effetti narra di un conflitto noto e quotidiano, quello famigliare. Una lettura rapida, ma intensa, come lo sparo di una pistola!
Image Source: Unsplash – Fazi