Il suo nome era Riccardo Giordano, aveva trentasei anni e quella notte, in quel momento, aveva davanti a sé i corpi di ciò che era stato in vita. Di chi era stato tutte le volte che era cambiato. E adesso, per uccidere le versioni di cui non reggeva più il peso, stava per uccidere quel che era oggi. Stava per spararsi un colpo in testa. Quindi posò l’indice sul grilletto della pistola e si preparò a morire.
Tenetevi forte, questo è Mattia Insolia e questo è il suo nuovo romanzo Cieli in fiamme, pubblicato da Mondadori. Insolia ha in mano un faro e non ha paura di illuminare i lati più oscuri dell’animo umano.
Anno 2019. Niccolò, uno dei protagonisti di Cieli in fiamme, ha diciannove anni. È un ragazzo bello, nel pieno della propria gioventù. È un ragazzo sbandato, nonostante la buona famiglia che ha alle spalle. Vuole superare il limite, che sia consumando droga, sfrecciando in auto, facendo sesso indiscriminatamente, picchiando un immigrato extracomunitario. Niccolò ama la bellezza, ama il suo corpo. Eppure dovrebbe occuparsi un po’ più della sua anima e non lasciarsi accadere.
Riccardo è suo padre. Ha trentasei anni e una vita di sbagli alle spalle. Niccolò lo vede due, massimo tre volte l’anno, per una pizza o un panino veloci. Fino a quando, un giorno, Riccardo va a prendere Niccolò e gli chiede di accompagnarlo, senza fare troppe domande, in un viaggio in macchina verso sud. Destinazione Camporotondo, dove tutto ha avuto inizio diciannove anni prima.
Riccardo e Teresa, la mamma di Niccolò, si sono conosciuti a Camporotondo durante l’estate del 2000. Teresa aveva sedici anni, era una ragazza insicura, vittima di una mamma violenta e prevaricatrice, e di un padre succube. Teresa vede in Riccardo l’ancora che la potrà salvare. Riccardo si trasformerà nel suo carnefice.
Vi avevo già parlato di Mattia Insolia in occasione dell’uscita del suo primo romanzo, Gli affamati. Classe 1995, secondo me è una delle voci più interessanti fra il panorama narrativo italiano attuale. Laureato con una tesi sul movimento letterario dei cannibali, ha iniziato a leggere grazie a Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti. E infatti Cieli in fiamme mi ricorda i più bei romanzi di Niccolò Ammaniti, Simona Vinci, Enrico Brizzi. Anzi oserei dire che rispetto a La vita intima, ultimo romanzo di Amminiti, in questo caso l’allievo ha superato il maestro.
Una storia feroce, in cui scopriamo una sofferenza prettamente femminile attraverso il viaggio, le parole, i ricordi di due uomini. Una scrittura potente, che illumina, non tace, dice tutto. Un incipit e un finale che sono un cerchio perfetto. Un libro che vi consiglio. Uno scrittore che leggerò ancora e ancora.
Image Source: Mondadori