Non so se per merito mio e con quali possibilità di far franare il muro: oggi però una crepa nella normalità di un’omertà centenaria si è prodotta. E nelle crepe nascono i fiori.
Sabedda, Nardina e Carlotta lottano per trovare il senso di essere donne in un contesto difficile, quello della Sicilia tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento: la selvatica e bellissima Sabedda, con audacia e rinunce dolorosissime; l’algida e sottomessa Nardina con l’emancipazione data dallo studio e dalla cultura; Carlotta con una ricerca sulle proprie origini, che la porterà a scoprire una storia di cui lei è protagonista.
Il romanzo Come l’arancio amaro, infatti, alterna due storie parallele, Senza famiglia, che segue la storia di Carlotta negli anni Sessanta alla scoperta delle sue origini, e La storia quella vera, che racconta invece l’evoluzione della famiglia Cangialosi e di come Carlotta sia venuta al mondo. Carlotta è il filo conduttore del romanzo. Ognuna di queste tre donne, con le proprie forze e possibilità, vive e si confronta con un mondo che cambia, che attraversa il Fascismo e la guerra, che approda alla nuova speranza della ricostruzione. Per ciascuna di loro, la vita ha in serbo prove durissime ma anche la forza di un amore più grande del giudizio degli uomini.
Il titolo del romanzo Come l’arancio amaro deriva dall’arancio amaro, una pianta sempreverde, vigorosa e piena di spine, che fiorisce in primavera, dando vita a fiori bianchi molto profumati: l’emblema della figura femminile in questo romanzo. Come l’arancio amaro è il romanzo di esordio di Milena Palminteri, edito da Bompiani e muove da un fatto reale: all’inizio degli anni Ottanta, l’autrice, che ha lavorato per tutta la vita come conservatore negli archivi notarili, si è imbattuta in una storia che chiedeva di essere raccontata, quella di un neonato trasportato in una cesta e di una madre accusata di avere comprato il suo bambino. Da qui e dal bisogno di dare voce a tante altre vicende, nasce Come l’arancio amaro.
Questo romanzo è stato tra le letture della mia estate e il mio giudizio è positivo: amo i romanzi storici, quelli che muovono da fatti reali e quelli che hanno protagoniste femminili, soprattutto se così ben delineate. Tuttavia, a tratti ho trovato la narrazione un po’ lenta e difficoltosa, a causa dei tanti passaggi in dialetto siciliano che, sebbene rendano più reali le dinamiche del racconto e concorrano a creare un’esperienza di lettura immersiva, sono poco comprensibili per una persona che non ha origini sicule. Nel complesso, il mio voto è un 7 pieno.
Image Source: Bompiani