Comprato? No, noleggiato! Guida al fashion renting - The Fashion Attitude
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Comprato? No, noleggiato! Guida al fashion renting

by Francesca Marangoni
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La transizione da possesso a condivisione acquisisce ogni giorno un peso maggiore, complice il potere che risiede delle mani della Gen Z, ossia i ragazzi nati indicativamente tra il 1995 ed il 2010. Qui vi avevamo già parlato di come questo esercito di giovani, estremamente attenti all’aspetto della sostenibilità ambientale e del benessere sociale, attraverso il second hand stia effettivamente orientando le esigenze di consumo verso una direzione opposta rispetto al passato, ma non ci si ferma qui.


Una tendenza discretamente recente ma che già riscuote un notevole successo fra i giovanissimi (e non) è il fashion renting, che consiste nel noleggiare un abito o un accessorio di lusso, o comunque di ottima fattura, per partecipare ad un evento senza la preoccupazione di immobilizzare una quantità importante di denaro né tantomeno avere un impatto sul pianeta causato la realizzazione di un capo ex novo. Una filosofia completamente opposta al fast fashion, che già da tempo sta perdendo consensi fra il pubblico proprio a causa della tipologia di comportamento d’acquisto che alimenta, volto all’accumulo di capi di bassa qualità e facilmente sostituibili in termini temporali, causando spreco ed inquinamento. 

Il trend ormai consolidato del noleggio di capi e accessori si è rivelato una mossa vincente che ha suscitato l’interesse di diversi stakeholder, fra cui Kering, che ha fatto della sostenibilità il proprio caposaldo, Ralph Lauren e Selfridges. D’altronde la Gen Z rappresenterà nel 2025 il 60% dei clienti di questo settore (Fonte: Altagamma Consumer Insight, giugno 2021), ed è dunque urgente prestare particolare attenzione alle esigenze di questo cluster di consumatori. Sempre parlando di numeri, una ricerca di Allied Market Research stima che nel 2023 il valore del fashion renting raggiungerà un valore pari a quasi 2 miliardi di dollari. 

Questa formula vi convince? Se volete anche voi abbracciare una filosofia di consumo più green ed oculata senza rinunciare allo stile, ecco qualche indicazione per iniziare subito a beneficiare del fashion renting:

  • DressYouCan si autodefinisce “L’Airbnb dei Guardaroba”. Quest’azienda con sede a Milano, che nasce nel 2015 come start-up da un’idea di Caterina Maestro, CEO e founder, permette di noleggiare abiti, scarpe ed accessori per 4 giorni, garantendo inoltre un servizio di sartoria personalizzata e la possibilità di provare i capi in anticipo comodamente a casa. Molto interessante anche Atelier Sposa, la sezione dedicata agli abiti da sposa.
  • Revest si presenta come “l’evoluzione più cool della moda circolare”, nonché una grossa risorsa per le fashion victim.  Questo servizio consente il noleggio di abiti ed accessori haute couture per eventi quali matrimoni, lauree, cerimonie e molte altre occasioni. Anche qui avete 4 giorni a disposizione e potete prendere appuntamento in show-room per la prova dell’abito. Non solo un vantaggio per chi noleggia, ma anche per chi affida il capo a Revest: si rimane infatti proprietari del bene e liberi di riaverlo indietro in qualsiasi momento, ma nel frattempo si guadagna una percentuale su ogni noleggio.
  • Vi serve una borsa elegante ma non volete acquistarla? Rent Fashion Bag viene in vostro soccorso con la possibilità di noleggiare le borse più belle ad un prezzo settimanale estremamente vantaggioso, con la possibilità aggiuntiva di sottoscrivere un abbonamento la cui tipologia varia in base alle esigenze individuali. 
  • PleaseDontBuy dice tutto già dal nome. Si tratta del servizio del brand Twinset che permette di scegliere l’outfit in base all’occasione d’uso, per essere sempre impeccabili e sfoggiare ogni volta un look differente. Il servizio try on è disponibile anche in boutique, per un’autentica esperienza di shopping.

Se avete esperienze di fashion renting e volete condividerle con noi, saremo ben felici di leggervi per scoprire di più in merito a questa nuova tendenza di consumo!

Image source: Pinterest; Dressyoucan.com; Pleasedontbuy.com 

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