Corsetti di Vivienne Westwood: la mostra a Parigi tra leggenda e rivoluzione - The Fashion Attitude
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Corsetti di Vivienne Westwood: la mostra a Parigi tra leggenda e rivoluzione

by Cosimo Convertino
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È la capitale francese ad ospitare fino al 30 Aprile la prima tappa della mostra di corsetti dell’indimenticabile stilista e attivista Vivienne Westwood, scomparsa lo scorso Dicembre 2022. Il nome dell’esposizione Vivienne Westwood corsets – 1987 to present day racchiude perfettamente lo spirito e l’obiettivo della mostra: raccontare le battaglie vinte dalle donne in quasi 40 anni di storia grazie anche all’impegno della stilista britannica che con i suoi corpetti è riuscita a sgretolare pregiudizi e luoghi comuni.

Vivienne Westwood

Dopo la tappa francese, la mostra si sposterà a Londra dove rimarrà aperta al pubblico dall’8 al 21 Maggio in concomitanza con la storica Craft Week 2023.

Da capo di costrizione a simbolo di libertà: storia del corsetto

Le prime testimonianze che confermano l’utilizzo del corsetto tra le donne risale addirittura alla civiltà minoica (tra il 2400 a.C. e il 1400 a.C.) e il suo obiettivo, già da allora, era quello di forzare il corpo femminile a degli standard ben precisi di bellezza che prevedevano un vitino “a vespa” e un seno molto pronunciato e scoperto.
Nonostante le sue origini antiche in Europa giunge solo molti secoli più tardi. A partire dal 1500, infatti, divenne un capo di abbigliamento molto in voga tra le donne della corte francese anche grazie a Caterina de’ Medici che in maniera inconsapevole divenne una delle prime influencer della storia.

Vivienne Westwood

Anche in questo caso il corpo della donna era forzato ad assumere una postura innaturale e pericolosa per la salute. Infatti, non era raro imbattersi in giovani donne con gravi problemi di postura o di digestione dovuti soprattutto alla compressione della colonna vertebrale e degli organi interni. Inoltre, in quel periodo era forte la convinzione che la struttura scheletrica delle donne fosse più debole rispetto a quella degli uomini e per questo motivo era necessario sorreggere la schiena con questo tipo di abbigliamento.

Vivienne Westwood

A causa di questi aspetti negativi il corsetto ebbe però vita breve e cadde presto nel dimenticatoio fino alla prima metà del 1800 dove tornò prepotentemente tra i capi di abbigliamento femminili alla moda.
Il sociologo statunitense Thorstein Veblen lo descrisse con queste parole:

è sostanzialmente uno strumento di mutilazione al fine di ridurre la vitalità del soggetto e di renderla evidentemente inadatta al lavoro. Certo esso menoma le attrattive personali di chi le porta, ma la perdita subita in questo senso è compensata dall’evidente accrescimento del suo valore di mercato.

Fu solo dopo la seconda guerra mondiale che il corpetto fu rivoluzionato rendendolo molto più comodo da indossare e soprattutto meno dannoso per la salute delle donne. Tra le maggiori esponenti di questa vera e propria rivoluzione stilistica e sociale troviamo Dior e ovviamente Vivienne Westwood.

40 anni di corsetti di Westwood

Vivienne Westwood

Per quasi 40 anni, dal 1987 fino a pochi giorni prima della scomparsa avvenuta nel 2022, Vivienne Westwood ha utilizzato il corsetto come principale mezzo per ridare dignità al corpo delle donne, allontanandolo da pregiudizi e costrizioni che continuavano ad esistere da secoli. Colori vivaci e fantasie mai banali e sempre fuori dagli schemi hanno reso le sue numerose collezioni di corsetti davvero indimenticabili. Tutto ciò viene perfettamente raccontato nella mostra a Parigi e oltre ad un punto di ritrovo per gli appassionati di moda, è anche un’ottima occasione per riflettere su temi sociali che tutt’oggi non sono stati ancora superati completamente.

Image Source: pexels.com – Getty Images – poshmark – Foto di Dame Vivienne Westwood Mattia Baldelli Passeri 

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