Prendete due comuni in lotta tra loro da secoli, obbligateli a stare insieme e a votare lo stesso sindacato, il risultato saranno delle elezioni da incubo. Tra ironia e paradossi, si muove il nuovo romanzo di Francesco Marocco, Cronache della discordia, edito da Mondadori. Una storia solo all’apparenza leggera, basta scavare più a fondo per capire che si tratta di una metafora dell’Italia di oggi.
Nascosti fra i monti della Basilicata, si celano Paludazzo e Montesole: paesi abitati da poche anime, ma da molto odio. I montesolani disprezzano i paludazzesi, e i paludazzesi li ricambiano con un’ostilità che ha origini antichissime, addirittura medievali. Un odio quindi radicalizzato e incancrenito dal tempo, un’abitudine che viene scalfita dalla nuova legge elettorale. In Italia ci sono realtà troppo piccole che generano costi amministrativi inutili, e quindi il giovane presidente del consiglio Mirko Bazzi, insieme alla sua squadra di governo, ha ideato una riforma che comporta anche la fusione di alcuni comuni. Questa sorte tocca a Paludazzo e Montesole, che insieme fonderanno Fiumesecco. Un solo comune vuol dire anche un solo sindaco. E da qui il dramma: chi avrà la meglio fra il candidato montesolano di centro-destra e il suo omonimo paludazzese di centro-sinistra? La paura diffusa è finire sotto il giogo nemico, governati dal candidato dell’altro campanile.
Al di sopra delle lotte politiche locali e nazionali, ci sono due ragazzi. Riccio, diciassettenne di Paludazzo. Fulvia, della stessa età, ma residente a Montesole. Riccio è innamorato perso di Fulvia, tanto da spingersi nella piazza rivale, rischiando il linciaggio. Fulvia crede di essere immune all’amore, un sentimento troppo frivolo, adatto agli immaturi. Eppure, questi moderni Romeo e Giulietta, riusciranno a superare i pregiudizi e le avversioni e da uno di loro dipenderanno le sorti di una nazione intera…
Giocare con i paradossi della “commedia all’italiana” è un rischio enorme per uno scrittore, perché potrebbe produrre una storia stereotipata, già scritta e già letta infinite altre volte. Non è il caso di Cronache della discordia, in cui si percepisce una profonda conoscenza della provincia, dove è evidente che l’autore ha vissuto e che gli ha permesso di creare personaggi fantastici: il prete alcolizzato, l’oste, l’impresario di pompe funebri che per allenarsi scolpisce lapidi dove incide il nome dei vicini e rivali montesolani. Francesco Marocco ha rischiato e ha vinto! Cronache della discordia è un romanzo divertente e ben scritto, che provoca sorrisi e riflessioni: le vicende narrate non sono molto lontane dalla realtà. Ognuno di noi conosce quartieri, contrade, comuni che si odiano a vicenda; ma quando viene domandata la ragione di questo disprezzo, nessuno sa rispondere, perché in fondo una ragione non c’è.
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