La cesta del bucato che scoppia. Una pila di piatti da lavare e voglia di farlo pari a zero. La pattumiera traboccante, davanti alla quale non abbiamo reazioni: lo sguardo si perde nel vuoto al solo pensiero di portarla nel locale rifiuti. Sono situazioni comuni, ammettiamolo, e di solito la sensazione che ci assale è una certa vergogna: Perché la mia vita è un casino simile? La pandemia prima e la guerra ora hanno fatto confusione nelle nostre vite sempre ben inquadrate, e voler fare ordine significa anche cercare di trovare delle certezze. Vale per le donne e per gli uomini: complice lo smart working, la casa la vivono e la puliscono, era ora, anche loro. Non a caso #Sundayreset, il riordino della domenica, è tra gli hashtag più seguiti e digitati su Instangram al momento, con oltre 25 mila followers. Ma cosa succederebbe se smettessimo di vedere una casa pulita come lo specchio di quanto valiamo e invece la consideriamo come atto di gentilezza nei confronti del nostro io? A chiederselo è la psicoterapeuta Kc Davis, che al tema ha dedicato il libro Tenere la casa in ordine anche quando la tua vita è in disordine.
Un caso editoriale senza paragoni, partito con l’autopubblicazione sul web, diventato fenomeno del passaparola che ha scalato le classifiche, per poi essere conteso dagli editori di tutto il mondo. Guru da oltre un milione e mezzo di seguaci su Tik Tok, Kc Davis, forte della propria esperienza personale, dopo la nascita del secondo figlio ha visto la casa cedere al caos, propone un approccio delicato e organizzato alle pulizie, che rispetta l’equilibrio interiore, aiuta a gestire lo stress e il senso di colpa. Il primo passo di questa filosofia innovativa è racchiuso in tre parole: lento, quieto e gentile. Tre aggettivi da rivolgere a se stessi, ancora prima di prendere in mano lo straccio.
Il caos non è un fallimento
Se si considerano i lavori domestici come un compito morale, la motivazione per portarli a termine sarà la vergogna. Quando è tutto a posto non ti senti fallito, ma se al contrario, regnano sporcizia, caos e disordine si. Si tratta di un approccio che influenza ogni sfera dell’esistenza: la salute mentale e fisica, le relazioni, le amicizie, il lavoro, lo studio. Ma il punto di vista di Kc Davis ribalta tutto: i lavori domestici non hanno valenza morale. Essere capaci o meno di sbrigare non incide minimamente sul proprio valore di persona. Rimanere indietro con il bucato non fa di te un fallimento.
Il riposo è un diritto
Prima il dovere, poi il piacere. Ce l’hanno insegnato i nostri genitori fin da piccoli, quando ci spronavano a finire i compiti prima di lasciarci andare a giocare. A quell’età funziona bene perché i doveri dei bambini sono limitati e l’elenco che li comprende è breve. Ma da adulti la lista dei compiti da svolgere diventa infinita e si ripete ogni giorno. Accade allora che concederci un break ci farà sentire in colpa invece di darci sollievo. Non dobbiamo guadagnarci il il diritto di riposare, chiamare un’amica o svagarci.
Trovare lo slancio
Il problema spesso è quello di iniziare. In sostanza, dovete trovare un modo per darvi la spinta. Kc Davis ne suggerisce parecchi come caricarsi con la musica, concedersi di fare soltanto una piccola parte, non il tutto, abbinare un’attività piacevole se fare i mestieri annoia, come ascoltare un audiolibro, o, ancora, chiedere a un’amica o a un amico compagnia.
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