Chi di noi non ha sognato almeno una volta nel lontano 2007, guardando il film Lezioni di cioccolato, con il bel Luca Argentero?! Nel film, Mattia si innamora della bella Cecilia proprio ad un corso di cucina…Ebbene, è davvero possibile innamorarsi cucinando?? Ce lo racconta Anna Buffa, l’ideatrice di Fornelli a Spillo, il primo format di food entertainment italiano, un po’ corso di cucina, un po’ scambio culturale, interculturale e sociale tra le persone.
- Ciao Anna, tu hai dato vita al primo format italiano di Food Entertainment, Fornelli a spillo: ce lo racconti?
Dall’idea del cibo come veicolo comunicativo tra le persone è nata la mia idea del food entertainment come nuova forma di convivialità in cucina. È attorno al focolare domestico che nascono le tradizioni, è lì che vengono tramandate ed è sempre lì, attorno alla cucina, che si torna per ritrovare: calore, quello dei ricordi; piacere, quello del cibo dell’infanzia; conforto, quello della famiglia. Ed è a questo che mi sono ispirata nell’ideare il mio format di food entertainment. Le persone amano essere coinvolte, raccontarsi, immedesimarsi. L’attività di food entertainment diventa così unica ed esperienziale. Interazione, coinvolgimento e partecipazione sono le parole chiave. Lo storytelling passa così dal racconto in video o su carta stampata al mondo reale. Chi partecipa a una serata di food entertainment vive un’esperienza da protagonista in cucina e non da spettatore, mettendosi alla prova cucinando, chiacchierando, assaggiando. In un mondo culinario fatto di prime donne, chi entra nella mia cucina sa che non parteciperà a un mio show cooking: qua tutti collaborano, tutti sono responsabili, tutti raccontano e si raccontano attraverso il cibo e sotto la mia supervisione, quella di food entertainer. Grazie ad un mix di conoscenze culinarie, narrative e relazionali, la mia figura di food entertainer rappresenta quella di una padrona di casa professionista, capace di mettere a proprio agio gli ospiti in cucina, tanto nella propria quanto in quella altrui, aiutando lo sviluppo di relazioni interpersonali e lo sviluppo delle conoscenze tra le persone attraverso il veicolo cibo.
- Abbiamo tutti, soprattutto nelle grandi città, lo stereotipo del single in carriera che si nutre di piatti pronti. Tu vuoi sfatare questo mito?
Assolutamente sì! Il concept di Fornelli a spillo vuole essere proprio una risposta pratica a chi, lavoratore e/o lavoratore in carriera, pensa di non poter avere il tempo giusto da dedicare alla cucina per se stesso. Preparare uno spaghetto con una crema di avocado, pomodorini, coriandolo e dei gamberoni saltati in padella è un qualcosa che richiede esattamente il tempo di cottura della pasta, ovvero 12 minuti. Tutte le ricette che insegno sono volte a questo scopo: far riscoprire il piacere della cucina senza particolari sforzi ai fornelli.
- Hai unito magistralmente amore per il cibo e condivisione di esperienze: da quello che puoi osservare, conoscersi cucinando è una formula che funziona?
Non solo funziona, ma è la modalità più “sicura” per farlo: conoscersi in cucina permette di avere davanti qualcuno con una passione condivisa, che può essere quella della voglia di imparare a cucinare, come quella della voglia di mangiare bene. O, ancora meglio, entrambe! Partendo dalla certezza di qualcosa che si ha in comune si può parlare di argomenti personali ma non troppo intimi, facendo emergere passioni e caratteri, interessi e piaceri, il tutto nella leggerezza di una cucina in cui è ammesso sbagliare ed è obbligatorio riderne! Perché per me è fondamentale che nessuno si senta giudicato ma che, piuttosto, trovi un’isola felice in cui potersi rifugiare per qualche ora, lontano dai malesseri che incombono nella vita quotidiana.
- Hai una formazione letteraria e un’origine multiculturale: la cucina è un buon mezzo di incontro tra culture?
Sinceramente non saprei come altro rispondere se non affermativamente. La mia formazione classico-letteraria mi ha concesso e mi concede, in qualunque momento della vita, ma specialmente durante il mio lavoro, di poter interagire in qualunque ambito, parlando con tutti di tutto. Sicuramente non sarò ferrata sulla scissione dell’atomo né sulle teorie Keynesiane come invece mi piacerebbe, ma ho gli strumenti per gestire davvero le conversazioni più impensabili! La mia origine siculo-polacca, poi, l’una così opposta all’altra, ritrova la sua unità proprio a tavola. I menu di famiglia a base di zuppa di barbabietole e cassata siciliana, a casa mia, sono all’ordine del giorno. Si ride, a volte, sull’incongruenza di certi accostamenti ma poi, quando esce una storia diversa ogni volta che si apparecchia, lo storytelling prevale sull’omogeneità del menu e la colazione a base di insalata di aringhe non è un problema neppure per una mezza siciliana!
- Una ricetta che fa colpo e un sogno nel cassetto.
Per rimanere fedele a quanto detto prima, e cioè che le ricette che io preparo e faccio cucinare sono volte a far riscoprire il piacere della cucina senza particolari sforzi ai fornelli, devo affermare che la ricetta che fa più colpo è la panna cotta all’arancia con colata di cioccolato caldo. Il passaggio dallo stato liquido della panna allo stato solido e, viceversa, quello del cioccolato, da uno solido a uno liquido, fanno parte di quelle piccole magie che affascinano sempre. E poi arancia e cioccolato è un sodalizio sempre vincente! Un sogno nel cassetto c’è ed è così grande che ormai non ci sta quasi più! Diventare ambasciatrice delle abitudini culinarie italiane nel mondo. Un po’ antropologa gastronomica, un po’ intrattenitrice ai fornelli, senza troppa precisione, ma solo con il desiderio di trasmettere la semplicità della cucina se tutto è fatto con amore. Per gli altri, ma prima di tutto, per sé stessi.
Grazie Anna, adesso adoreremo ancora di più cucinare e mangiare!