Con un’idea puoi moltiplicare il guardaroba senza cambiare guardaroba. Ci avete mai pensato? Questa è la filosofia di Daniela Zuccotti, un’Interior designer milanese che nel 2022 fonda Fregole, il suo brand di accessori e abbigliamento, dove dona utili spunti e idee innovative su come essere trendy e alla moda, senza abbandonarsi all’acquisto compulsivo che è tipico della nostra epoca. Daniela non è solo Interior Designer, ma anche Content Creator, scrittrice, stylist e ci racconta che per lei la bellezza è uno stato d’animo, significa piacere prima di tutto a se stessi per poter piacere agli altri. Proprio nel quadrilatero della moda milanese, Daniela ha cominciato a sognare, da piccola, di poter un giorno far parte di questo mondo. E ci è riuscita: dapprima con un blog, Fregole, e poi con un Lab e un vero e proprio brand. Il nome Fregole deriva dalla nonna, siciliana, che le diceva che da piccola aveva le “fregole”: davanti ad un’idea, non poteva trattenersi e doveva metterla assolutamente in pratica! Un po’ come tante di noi… Proprio ispirate da questo personaggio multiforme, la abbiamo intervistata.
- Ciao Daniela, da dove deriva la tua passione per gli accessori?
Ho sempre dato molta importanza allo styling più che alla moda in sé. Penso, infatti, che il modo in cui indossiamo un abito sia più importante dell’abito stesso per raccontare chi siamo e per esprimere il nostro stile. Gli accessori hanno il potere di mettere quel piccolo accento dove serve. Di renderci uniche e sofisticate, anche con addosso una t-shirt bianca. Dietro alla scelta di ogni accessorio c’è la personalità di chi l’ha scelto. E c’è anche, se vogliamo, una filosofia sostenibile, perché gli accessori, come uno dei nostri Maxi Colli, per esempio, ci fanno vedere con occhi nuovi capi che magari abbiamo già nell’armadio e di cui apparentemente ci siamo stufate.
- Ci presenti i must-have di Fregole?
Comincerei dalle Bandine portacellulare, che sono nate per prime. Un’alternativa al cordino di nylon che usavo anch’io, ma che non mi piaceva e che mi ha portata a inventare questo accessorio double face in stoffa, da abbinare a giacche, abiti e cappotti. Così hai il cellulare sempre a portata di mano, ma con stile. E si possono usare anche come cravattino, fascia o cintura. Perché la multifunzionalità per me è alla base di qualsiasi capo e accessorio. Poi ci sono i Maxi Colletti. Un collo-gioiello reversibile che ha il potere di moltiplicare il guardaroba perché ogni volta che lo indossi l’outfit prende una piega diversa. Infine ci sono le Tuniche, gli abiti one size che stanno piacendo molto. E quest’anno ho proposto le Maxi Gonne tartan in pura lana, anche loro one-size che si chiudono a portafoglio.
- Quali sono le potenzialità delle Tuniche?
Le Tuniche sono un progetto in collaborazione con il brand di abbigliamento Sarah Maj. Sono abiti taglia unica che si possono annodare in tantissimi modi diversi, ne abbiamo contati 10. Annodando i lacci davanti, dietro o lateralmente, l’abito e i suoi drappeggi danno vita a modelli diversi. Ma il capo è uno solo, tra l’altro molto elegante ma comodo al tempo stesso. Si adatta alle forme di ogni donna. Quest’inverno, accanto alla Tunica-abito Alma, che è in satin e con stampe floreali molto colorate, abbiamo aggiunto le Tuniche-Gilet Lisetta. In colori e stampe più sobrie, si chiudono a portafoglio e si possono portare anche aperte come un Maxi Gilet sopra a un pantalone.
- A che cosa ti ispiri per le tue collezioni?
Ascolto molto i miei desideri. Parto sempre da ciò che vorrei indossare io, dalle mie fregole, insomma, e cerco di tradurre questi desideri in una capsule collection. Alla pancia unisco poi la testa (q.b.). Mi piace molto fare ricerca, capire in che direzione sta andando la moda e fare mio questo percorso.
- Dove vedi Fregole fra 10 anni?
Dietro Fregole c’è tantissimo lavoro. La ricerca delle stoffe, seguire due laboratori di sartoria, preparare le foto per il sito, creare i contenuti dei social, partecipare ad eventi e special sales per farci conoscere… quando le vendite vanno bene sono molto motivata, ma ci sono anche giorni in cui le cose non funzionano e mi chiedo se il gioco per un piccolo brand come il mio valga la candela. Ultimamente ho visto tanti brand artigianali solidi chiudere bottega e questo mi fa molto soffrire e anche pensare. Ma la verità è che sono una grande sognatrice e credo moltissimo in questo progetto. Tra 10 anni mi vedo un po’ come Blazé. 🙂
Grazie Daniela, ci piace molto il tuo modo di reinventare e di raccontare storie: è molto green e anche originale, sicuramente un’ottima alternativa all’accumulo seriale di capi di fast-fashion, che finiscono inutilizzati sul fondo dell’armadio. Ti facciamo un grandissimo in bocca al lupo per questo progetto!