C’è stato un tempo in cui le donne venivano rinchiuse in manicomio per i più svariati motivi. Perché il marito si innamorava di un’altra e, in assenza di divorzio, cercava un modo per liberarsi della moglie. Perché eccentriche, libertine, malinconiche. Perché volevano tutto dalla vita. O perché dalla vita non volevano più nulla. Poi un giorno i manicomi furono chiusi e le loro storie si persero in una memoria collettiva che non si è presa la responsabilità dei propri crimini. Di questo parla il nuovo romanzo di Viola Ardone, dal titolo Grande meraviglia, edito da Einaudi.
Già in passato, coi romanzi precedenti (Il treno dei bambini e Oliva Denaro), Ardone ha manifestato un’innata capacità nel prestare attenzione alla Storia del nostro paese, un luogo da cui estrarre pezzetti di storie per i propri romanzi. Con Grande meraviglia si è superata, perché è riuscita a trattare un tema importante, che a volte fa ancora paura, ovvero la salute mentale, con uno stile e una scrittura unica, teatrale e poetica allo stesso tempo.
Grande meraviglia racconta la vita di Elba, una bambina che porta il nome di un impetuoso fiume del Nord. Questo nome le è stato dato da sua madre, con cui Elba ha vissuto fin dal primo giorno in un luogo che loro chiamavano mezzomondo, ma che in realtà è un manicomio. Proseguendo nella storia si scopre che la madre di Elba, tedesca di origine, scappata dalla Germania dell’Est, è finita al Fascione (il manicomio di Napoli) perché adultera, incinta di un uomo che non era il marito.
Elba passa la prima infanzia in manicomio. Del resto si sa, pazza la madre, pazza la figlia, pazza tutta la famiglia. Fino a quando un assistente sociale si rende conto che quello non è un luogo adatto a una bambina, e la manda in collegio dalle suore. Elba però fa di tutto per tornare al Fascione, per tornare dalla sua mutti. E ci riesce, ma una volta ritornata in manicomio, le comunicano che la madre è morta.
Non le resta che andare avanti con la propria vita, crescere fra le sbarre e la malattia mentale, fra i metodi di contenimento e l’elettroterapia. Fino a che al Fascione arriva un nuovo dottore, Fausto Meraviglia, che vuole aprire le porte dei manicomi, fare uscire i matti e far entrare i sani. Meraviglia si prende particolarmente a cuore la storia di Elba, tanto da portarla a vivere a casa sua, da considerarla una figlia.
Grande Meraviglia è un libro speciale. Le voci si alternano, come i capitoli. Scopriamo la storia di Elba attraverso la sua voce bambina e poi adulta. Per poi fare un salto avanti nel tempo e ascoltare la versione di Fausto. Un libro speciale per la storia raccontata, per la scrittura, per la vena di ironia che riesce a solcare queste pagine di infinito dolore. E per la speranza che alla fine lascia nel cuore del lettore.
Image Source: Einaudi – Shutterstock