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I giorni di Vetro: la storia di Redenta

by Diletta Cecchin
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Ero la sua spina nel cuore, la sua disperazione, la figlia nata per sortilegio del diavolo dopo i miei fratelli morti solo per far sì che nascessero le mie sorelle vive. Io stavo fra i vivi e i morti: per questo avrei avuto sempre addosso la scarogna, e mia madre non si dava pace.

A parlare è Redenta, la protagonista del nuovo romanzo di Nicoletta Verna, I giorni di Vetro, edito da Einaudi. Avevamo già avuto il piacere di conoscere questa scrittrice col suo primo romanzo, Il valore affettivo. Qui, alla seconda prova narrativa, si supera, confermandosi un’ottima scrittrice.

I giorni di Vetro

I giorni di Vetro non è un libro facile, affronta temi dolorosi in pagine piene di violenza e sacrificio. Per questo però ti entra dentro, scavandosi un posto nell’animo del lettore, per non lasciarlo mai più. Non è uno di quei romanzi che leggi e dopo un mese ti sei già dimenticata dei personaggi o delle vicende. È indispensabile affrontarlo con consapevolezza, sapendo che abbiamo fra le mani pagine uniche, che ci turberanno.

Redenta nasce a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti e la sua storia sarà indissolubilmente legata a quella del Ventennio fascista. Viene alla luce dopo tre fratelli nati morti, grazie a un rito magico a cui la madre si sottopone pur di farla nascere. Proprio per questo in paese si mormora che la purina ha la scarogna e probabilmente non arriverà neanche a Natale. Ma Redenta sopravvive e dopo di lei altre due sorelle. La polio la colpisce da bambina, lasciandola con una gamba zoppa. Cresce insieme alle sorelle, alla nonna e a un amico fidato, Bruno, che sembra non notare il suo difetto fisico. Bruno le promette di sposarla, nonostante la gamba matta, ma purtroppo la guerra o la vita lo portano lontano. Redenta è quindi costretta a sposare un amico del padre, fascista dei primi giorni, combattente in Abissinia. Il marito, Vetro, è un uomo sadico, che riversa su Redenta una violenza inimmaginabile. Ma Redenta resiste e la sua storia si intreccerà a quella dei partigiani Diaz e Iris.

 

I giorni di Vetro

I giorni di Vetro è un romanzo a cui non manca nulla. La storia è ben costruita, conosciamo personaggi credibili e indimenticabili; il tutto intessuto in una lingua che combina alla perfezione dialetto e italiano. Verna è in grado di piegare la lingua alla storia, di sfruttare il dialetto per caratterizzare ancora di più i personaggi. Sicuramente ci sono dei passaggi durissimi. I fratelli di Redenta nati morti, la violenza di Vetro prima in Etiopia e poi su Redenta, la fame, le insicurezze della guerra. Eppure, nonostante questa violenza mi abbia lasciato stordita e afflitta, non cambierei una virgola, neanche nelle descrizioni più crude. Complimenti a Nicoletta Verna, che ha saputo donarci un romanzo dalla scrittura e dalla storia unica.

Image Source: Unsplash – Einaudi – Il libraio

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