Succede che a volte si senta il bisogno di scrivere e di avere uno spazio dedicato per farlo. La libertà di pensiero, parola e scrittura è proprio uno dei cardini su cui si sviluppa il progetto di cui sto per parlarvi: Il Barnabò.
Vi ricordate di Michele Larotonda?! Sì, sto parlando dell’autore del romanzo Da un’altra parte, che abbiamo recensito lo scorso anno. Lo scrittore torna con un nuovo progetto, che si chiama appunto Il Barnabò, che non è né un magazine né una rivista, ma uno spazio libero e pop in cui esprimersi.
- Come nasce il progetto Il Barnabò?
Prima di tutto grazie a tutta la vostra redazione a cui mando un grande saluto. Il Barnabò nasce il 29 marzo di quest’anno, quindi siamo una realtà abbastanza giovane da poterci permettere un grande entusiasmo che di questi tempi è davvero merce rara. Dopo aver trascorso anni a scrivere per diverse testate, con cui collaboro ancora, sentivo il bisogno di creare qualcosa di mio. Il problema era come realizzare un nuovo progetto differenziandosi dagli altri e offrire ai lettori qualcosa di nuovo. La risposta è stata la cultura pop. Da anni il mondi della cultura si divide in quella istituzionale e quella pop, per questo non volevo solo parlare di libri, di letteratura, ma puntare l’occhio su quello che ci circonda e tirare fuori articoli freschi, sinceri, a volte divertenti, ma scritti con grande abilità e soprattutto con tanta libertà intellettuale. Ecco libertà è sicuramente la caratteristica principale e fondamentale del Barnabò. A quel punto ho contattato Stefano Luigi Cantoni, che oltre ad essere uno scrittore è un amico, gli ho parlato del progetto l’ha trovato entusiasmante. Dopo di lui sono arrivati gli altri, che sono Sabrina Fava, Lorenzo Grazzi ed Antony Russo. Il team era pronto e subito ho visto in questi autore un potenziale e una forza inespressa nel mondo della cultura.
- Cos’hanno in comune le persone che ne fanno parte?
In realtà non molto, insieme a me siamo cinque persone completamente diverse. Ognuno ha le sue caratteristiche, le proprie inclinazioni e gusti personali in fatto di lettura. Sicuramente è questo che ci ha legato sin dal primo momento in cui ci siamo incontrati. Non capita spesso perché non viviamo tutti a Milano, ma quando è capitato vi posso assicurare che era come non ci vedessimo dal giorno precedente. Tra noi si è creata una sinergia e una comune visone del progetto e delle intenzioni che non ho mai visto in nessuna esperienza fatta fino ad ora. Tra noi non c’è competizione, non c’è voglia di prevalere sugli altri e se qualcosa non ci piace ce lo diciamo apertamente e cerchiamo di risolverlo subito, se non altro per amore del Barnabò.
- A quali bisogni risponde?
A quelli più vari. Ti basti pensare che nel nostro segnalibro è citata una frase di Homer Simpson, che abbiamo scritto articoli su Max Felicitas, che abbiamo parlato di videogiochi, di musica, ma anche di Umberto Eco, di Luciano Bianciardi, di Stephen King. Cos’hanno in comune tutte questi? È che sono tutte argomentazioni pop, che nel bene e nel male tutti conoscono. Ad esempio, se leggo un libro di Eco o di Calvino, per quale motivo non sono autorizzato a guardare una puntata dei Simpson o un film di Checco Zalone? Ecco, questo è il concetto di libertà editoriale di cui ti parlavo prima.
- Quale legame ha con il famoso guardaboschi del romanzo di Dino Buzzati?
Tantissimo! Da scrittore sono sempre stato innamorato da Dino Buzzati. La sua vita, la sua carriera, la sua scrittura sono cose che mi hanno sempre affascinato. È sicuramente il mio scrittore preferito e Il Barnabò è sicuramente un omaggio a quello che ritengo uno dei migliori giornalisti che abbiamo avuto, se poi pensi che siamo nati nell’anno del cinquantesimo della sua scomparsa sarà solo una casualità, o forse era scritto nel destino.
- Qual è l’obiettivo e la prospettiva futura di questo spazio poliedrico?
Da marzo ad oggi abbiamo fatto tantissime cose e dopo la pausa estiva le novità sono state tante. A settembre è nata la nostra newsletter che aggiorna i nostri lettori ogni due settimane sugli articoli usciti, in modo tale da non perdersi neanche una riga. L’otto e il nove ottobre siamo stati presenti alla Fiera Edita che è una manifestazione dell’editoria indipendente. Abbiamo incontrato centinaia di persone e tanti si sono avvicinati al nostro stand per chiedere informazioni e per l’occasione avevamo una boccia dove all’interno trovavi tanti bigliettini arrotolati, ne pescavi uno e al suo interno trovavi un frammento di nostri articoli. Sempre durante Edita, abbiamo tenuto una conferenza per presentare il progetto a più persone possibili e la risposta è stata più che positiva. Una grande soddisfazione. Infine è nata una costola del Barnabò e vale a dire il suo mensile Fiction. Un allegato che ogni quindici del mese propone cinque racconti di autori diversi. La risposta è stata entusiastica e i racconti arrivati in redazione sono stati tantissimi e soprattutto uno più bello dell’altro. Sicuramente di prospettive future ce ne sono tante, però per scaramanzia preferisco non parlarne, ti posso solo anticipare che stiamo preparando una partnership con un editore e che per Natale dovrebbero uscire due grandi sorprese che solo leggendo il nostro sito oppure visitando le nostre pagine social potrete scoprire. Un caro saluto e ringraziamenti alla redazione di Fashion Attitude.
Grazie Michele, seguiremo con interesse Il Barnabò e in bocca al lupo!
Image Source: Il Barnabò – Shutterstock