Fabrizio Carcano è tornato. Avevamo già avuto modo di apprezzare questo scrittore l’anno scorso, col suo precedente thriller dal titolo Il mostro di Milano. Ora è di nuovo in libreria, sempre con un giallo da mozzare il fiato, sempre ambientato fra le vie della sua e della nostra amata Milano. Un nuovo caso per il commissario Ardigò, dal titolo In nome del male, edizione Mursia.
Una serie di efferati omicidi tra le vie di Milano e un vecchio cimitero in provincia di Bergamo, dietro cui si nasconde la mano di un sadico assassino, che tortura le sue vittime impugnando un affilato bisturi, e poi gioca con il fuoco e con l’acido. Omicidi rituali, ogni vittima aveva una colpa da espiare, un peccato capitale da mondare solo attraverso la morte. Nel sanguinario piano del serial killer, l’ultima omicidio sarà spettacolare e toccherà lo stesso commissario Ardigò, avvertito di questo infernale progetto attraverso una serie di indizi sparsi fra chiese e cappelle di Milano: piccoli fantocci di pezza che rappresentano le vittime, accompagnati da alcuni versi di una poesia di Pavese stravolti per portare un messaggio di morte. Ardigò ha le ore contate: deve scavare nel proprio passato e stanare l’assassino prima che sia lui a trovarlo ed ucciderlo.
Sono molti gli elementi ricorrenti nei romanzi di Carcano: il mistero e gli omicidi si legano sempre alla religione e alle pratiche eretiche. Come ne La tela dell’eretico, anche nel nuovo romanzo In nome del male, il protagonista Ardigò si trova ad avere a che fare con sette religiose, monaci e antichi rituali. Ad aiutarlo ancora una volta il professor Vanner, detentore della cattedra di esoterismo presso l’Università statale. L’elemento esoterico è il marchio di fabbrica di Fabrizio Carcano, una sorta di Dan Brown italiano, molto atteso dai lettori.
Un’altra certezza è Milano, sempre presente nei romanzi di questo scrittore. La Milano di ieri e quella di oggi. In nome del male è una sorta di guida non autorizzata ai luoghi meno conosciuti di questa città: vie, chiese, piazze, locali. Il commissario Ardigò ama la sua città, dove è nato e dove lavora da più di quindici anni, e ci permette di conoscerne gli angoli più remoti, attraverso le sue passeggiate solitarie.
Un thriller ben costruito, che affonda le proprie radici in alcuni fatti di cronaca realmente accaduti, non vi stancherà e vi terrà col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Image source: mursia.com