“E il nonno chi era? L’uomo di una vita intera?” “Il nonno era entrambe le cose. È stato l’uomo che ho incontrato qualche ora. Anche se poi in realtà sono stati sei anni, ma brevissimi. In quel tempo che siamo stati assieme ho vissuto tutta in vita. Poi, da quando è andato via, ho passato il resto della mia esistenza assieme a lui: in giusta compagnia”.
Queste sono le parole di Anna che, ormai anziana, scambia col nipote. Anna, la protagonista del nuovo romanzo di Roberto Cotroneo, intitolato La cerimonia dell’addio, edito da Mondadori, ha passato un’intera esistenza nell’attesa, in contemplazione di un’assenza.
Avevo già avuto il piacere di conoscere questo autore grazie al suo precedente romanzo, Loro. Qui ci spostiamo su un piano narrativo completamente diverso, anche se lo stile, i riferimenti letterari e la particolare atmosfera fatta di illusioni e di attesa, sono gli stessi. Lo stesso Cotroneo, in un passaggio de La cerimonia dell’addio, in cui si rivolge direttamente al lettore, abbattendo la parete che tradizionalmente ci separa dallo scrittore, dichiara che la gestazione di questo romanzo è stata lunghissima, tredici anni. Ed è riuscito a separarsi da questa storia solo dopo la morte della moglie, avvenuta a causa di un tumore.
La cerimonia dell’addio è il racconto di una sparizione. Nel 1976, in una città di provincia, vivono Anna e Amos, sposati, innamorati, genitori di due bambine, titolari di una libreria. È domenica, stanno facendo colazione, fuori nevica. Improvvisamente Amos ha un black out, non riconosce più Anna, non si ricorda più il proprio nome. L’amnesia dura poco, Amos torna presto in sé. Decidono comunque di consultare uno specialista a Roma, e proprio mentre si trovano in questa città eterna e intricata, Amos sparisce nel nulla. Anna non saprà più nulla del marito.
Nonostante non ci sia una morte palese, La cerimonia dell’addio (il titolo è un palese omaggio al romanzo di Simone de Beauvoir) è comunque un romanzo sull’elaborazione di un lutto. Elaborazione lunga un’esistenza intera. Rispetto alla lunghezza di una vita intera, Anna e Amos sono stati insieme per una brevissima frazione di tempo, solo sei anni. Eppure Anna lo aspetta, lo cerca, vive della sua assenza. Chissà se questo è frutto dell’amore che prova per il marito o è semplicemente un alibi per non vivere. Intorno a lei ovviamente una giostra di personaggi, le figlie, gli amici, e infine un musicista, che potrebbe essere l’ultima speranza. Un libro unico, ben costruito, dai continui richiami letterari. Unica pecca? La copertina.
Image Source: Pixabay – Mondadori