Nei tormenti dell’Europa, da una guerra all’altra, li ha frequentati tutti: Stalin, Churchill, de Gaulle, Maksim Gor’kij, H.G. Wells. Ha vissuto mille vite, ha portato mille nomi. Nel corso del tempo in Russia, Germania, Estonia, Italia, Inghilterra e Francia ognuno ha avuto o creduto di avere con lei un legame privilegiato, una complicità molto intima e particolare. Era seduttrice nell’anima. Eppure tra la folla delle sue conoscenze nessuno ha lasciato di lei lo stesso ritratto. Misteriosa e segreta Mura.
Dopo Belle Greene, Alexandra Lapierre è tornata con un nuovo romanzo storico, La donna dalle cinque vite, edito da e/o. Nella narrativa contemporanea, nessuno come Alexandra Lapierre è in grado di farci appassionare a figure storiche realmente esistite, forse perché la prima ad essere avvinta da queste vite incredibili è proprio lei. Donne del passato che hanno rotto gli schemi, sono uscite dai rigidi confini in cui la società rinchiudeva le figure femminili, e hanno brillato per la loro audacia e per la loro intelligenza.
Lapierre studia, si documenta, viaggia e infine traduce in romanzo anni e anni di ricerche. In La donna dalle cinque vite ci regala l’indimenticabile ritratto di Marija Zakrevskaja, conosciuta come Mura, considerata da molti la Mata Hari russa. Nata alla fine dell’Ottocento in una nobile famiglia Ucraina, Mura è cresciuta negli splendori della Russia zarista. Fin da bambina ha viaggiato tantissimo, ha studiato diverse lingue. Amava cavalcare e leggere. Si è sposata giovanissima con un nobile estone, Jon Benckendorff. Hanno vissuto per diversi anni a Berlino, dove Mura ha frequentato tutta l’intellighenzia europea di inizio Novecento.
Quando nel 1917 scoppia la rivoluzione, Mura e tutta la sua famiglia sono travolti dalla violenza. Il mondo come lo avevano conosciuto non esiste più. Eppure lei si adatta, e solo così riesce a sopravvivere alla purghe leniniste. Frequenta l’ambasciata inglese, viene sospettata di spionaggio, condotta in carcere per tre volte, cavandosela miracolosamente. Proprio per questo è accusata anche dall’Occidente di essere una spia.
La storia ufficiale si intreccia a quella personale. Mura ha amato ed è stata amata. Ha avuto una lunga e tormentata relazione con un agente segreto britannico, con lo scrittore e intellettuale russo Gor’kij e con il grande H.G. Wells. Si è sposata due volte e poi mai più, nonostante i molti pretendenti non ha più voluto rinunciare alla propria libertà.
La donna dalle cinque vite è un romanzone, quasi settecento pagine, in cui si alternano luoghi e persone, eventi storici e fatti meno importanti. Eppure il lettore riesce a seguire la vicenda alla perfezione, senza perdere mai né il filo né la voglia di arrivare fino all’ultima pagina.
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