Paolo Cognetti è tornato. Sì, è proprio il caso di annunciarlo così, con grande gioia e solennità. Sono passati cinque anni dall’uscita de Le otto montagne, il romanzo che gli valse il Premio Strega nel 2017, ma soprattutto l’apprezzamento del pubblico. Cinque anni di attesa, ma del resto i libri non si sfornano in serie, uno dietro l’altro, come fossero baguette. Le storie nascono nella teste e nel cuore degli scrittori, ma poi devono essere assemblate con un grande lavorio di scrittura e riscrittura, togli e metti, dosa e componi. Finalmente però possiamo leggere La felicità del lupo, il nuovo romanzo di questo autore che tanto amiamo, pubblicato sempre da Einaudi.
La felicità del lupo racconta la storia di Fausto. Un ragazzo di città che è giunto in montagna in fuga da una storia d’amore finita. Approdato a Fontana Fredda, incontra Babette, anche lei fuggita da Milano molti anni prima. Babette riconosce in Fausto il bisogno di trovare un piccolo porto sicuro e gli offre un lavoro come cuoco nel suo ristorante. Fausto quindi inizia a lavorare tra i fumi della cucina di una piccola baita, che accoglie sciatori e operatori degli impianti di risalita.
Insieme a Fausto, nel locale di Babette, lavora anche Silvia. Ventisette anni, non ha ancora chiaro cosa vuole dal futuro e per il momento serve ai tavoli come cameriera. Fausto e Silvia si incontrano, si scontrano e si innamorano. Fausto è un uomo di quarant’anni che vorrebbe solo ritirarsi in una vita tranquilla, rallentare il passo, Silvia invece scalpita, vuole conoscere il mondo. A fare da sfondo alla loro storia d’amore, che forse non durerà più di una stagione sciistica, Santorso. Il classico uomo di montagna, vista lunga e bicchiere sempre in mano, rude, ma pronto ad affezionarsi a Fausto. In un articolo-memoir rilasciato a La stampa, Cognetti racconta che La felicità del lupo è nato nel periodo, della sua vita, in cui è stato più lontano dalla montagna.
Per mesi ha tentato di scrivere la prima pagina di questo nuovo romanzo. Ma purtroppo, la storia che in mente, non voleva essere trasportata sul foglio. Quando, durante il lockdown del 2020, si è trovato chiuso in un appartamento di Milano, finalmente la storia di Fausto, Silvia, Babette e Santorso ha preso forma. A fargli compagnia e a fornirgli la giusta ispirazione, durante le sedute di scrittura, ci hanno pensato le Trentasei vedute del Monte Fuji di Hokusai. Come l’artista giapponese, che dipinse il monte Fuji da luoghi e prospettive diverse, ma soprattutto immortalò l’umanità ai piedi di questa montagna, anche Cognetti chiede alle sue montagne di fare da sfondo alla varietà di esseri umani che incontriamo nel romanzo. La felicità del lupo è un libro che vi regalerà tanta serenità, il regalo di Natale perfetto, da fare e ricevere!
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