La fragilità delle certezze: un romanzo generazionale
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La fragilità delle certezze: un romanzo generazionale

by Diletta Cecchin
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La fragilità delle certezze

Raffaella Silvestri

Se deciderete di prendere in mano questo romanzo preparatevi a provare diversi sentimenti: rabbia, frustrazione, ma anche speranza. Perché La fragilità delle certezze, edito da Garzanti, parla di noi, uomini e donne nati dalla seconda metà degli anni ’80 in poi; convinti, grazie alle aspettative dei nostri genitori, di avere il successo a portata di mano, schiantati di fronte alla realtà. Racconta la storia di Anna, Teo, Marcello, fondatori di una startup, giovani trentenni che hanno osato scommettere sul proprio futuro. Abbiamo incontrato per voi l’autrice Raffaella Silvestri.

  • La protagonista de La Fragilità delle certezze è Anna. Ha una personalità multiforme, creativa e matematica, ama il teatro ma decide di studiare economia in Bocconi. Quanto di te, che hai studiato Lettere a Milano ed Economia a Cambridge, c’è in lei?
    C’è di me in molti personaggi del libro, e in moltissime vicende. Ci sono sentimenti, moti, delusioni, che ho provato io. Nel libro ci sono vari comprimari, ma Anna finisce per non avere nulla a che fare con me. Come se avessimo fatto le stesse scuole (metaforicamente, perché io non ho fatto la Bocconi), e poi preso strade diverse… Si può arrivare in posti diversissimi, no?
  • Racconti una generazione priva di sicurezze, non solo economiche e materiali, ma anche emotive. Ci viene chiesta sempre più flessibilità. Secondo te qual è la soluzione? Ribellione o accettazione?
    Flessibilità andrebbe anche bene. Sarebbe bello poter essere flessibili, ma poter scegliere fra un mare di possibilità. Non avremmo certezze, ma potremmo guardare con curiosità, con ottimismo a tutte le strade che sarebbe possibile imboccare. Il problema è che ci viene richiesta non flessibilità, ma rassegnazione. “E’ così e basta”. “E devi anche ringraziare”. Come se fossimo sempre troppo giovani. Di fronte a questo l’accettazione non è più possibile, più che ribellione si tratta di prendere coscienza, pretendere che la propria voce si senta.
  • A proposito di incertezze, è per colmarle che Anna si tuffa in relazioni con persone molto più grandi di lei?
    Anna ha una logorante relazione con un uomo vecchio, che la tratta male. Come se dovesse espiare qualcosa. Ma anche Valerio si nutre di quella relazione, che comunque non riesce a lasciare andare. Come tutte le relazioni anche la loro è complessa e si sostiene su alcune dinamiche non tutte negative. Valerio ha una personalità complessa che capisce bene quella di Anna, ma non ha più la voglia di spendersi in relazioni umane.
  • La fragilità delle certezzeQuesto romanzo ci fa amare e odiare Milano, la tua città, quella in cui vivi e lavori. Cosa ami e cosa odi di Milano?
    Di Milano oggi mi piace quasi tutto. Crescendo ho avuto il mio periodo di ricerca dell’altrove, poi ci sono anche stata altrove a lungo, forse stando lontana ho iniziato ad apprezzare di più il posto in cui sono nata. Mi piace il fatto che è sempre in movimento. Poi è una città accogliente in cui è facile fare nuove conoscenze, perché si è sempre nutrita dell’Altro. Mi piace l’atteggiamento pratico e sognatore allo stesso tempo, l’ambizione di essere una città europea. Non mi piace quando i milanesi “sputano nel piatto dove mangiano” dicendo che Milano è brutta. Lo stereotipo grigio-lavoro-e-basta sta sparendo.
  • Infine, visto che sei molto presente sui social, che rapporto hai coi lettori?
    Ho un rapporto coi social in costante fase di ridefinizione. Amo Instagram perché è immediato e mi piace la narrazione per immagini. Facebook lo uso più come bar virtuale, commentando cose che mi sono successe e su cui mi interessa l’opinione altrui. A livello di contatti personali mi mettono in difficoltà le persone che vogliono andare oltre, perché preferisco dedicare del tempo alle persone che sono nella mia vita reale. Ma quando i lettori mi scrivono le loro impressioni, mi piace moltissimo confrontarmi con loro.

Esistono diversi romanzi rappresentativi di una generazione, e La Fragilità delle certezze fa parte di questi. Leggetelo e ritrovate parte di voi in Anna, Teo e Marcello.

Image Source: www.garzanti.it, Instagram.

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