Chi l’ha detto che i tombini aspettano solo Marilyn Monroe? Sembra ieri quando, nel settembre del 1954 all’incrocio tra la Lexington Avenue e la 52esima strada di New York, la bellissima Marylin Monroe veniva immortalata nel leggendario scatto in cui faticava a tenere sotto controllo la gonna alzata dallo sbuffo d’aria proveniente dal tombino della strada.
Da allora la società è cambiata moltissimo e purtroppo non sempre in meglio, ma se c’è qualcosa di assolutamente positivo è sicuramente la lotta per l’abbattimento di qualsiasi discriminazione non solo per il colore della pelle ma anche per l’orientamento sessuale di una persona.
E in questo turbinio di cambiamenti c’è un capo di abbigliamento da sempre al centro degli scandali: la gonna.
Che sia corta o lunga, la gonna ha da sempre rappresentato la voglia di rompere gli schemi, attirando su di sé gli occhi e i flash di tutto il mondo. Negli ultimi anni con l’esplosione della moda “gender fluid” è iniziata una vera e propria corsa alla gonna anche tra gli uomini, diventando in breve tempo uno dei capi di abbigliamento più apprezzati e sperimentati su tutte le principali passerelle della moda maschile.
Un salto nel passato
Alzi la mano chi, almeno una volta durante la sua infanzia, si è messo a ridere dopo aver visto in TV o su qualche rivista lo splendido Kilt sfoggiato dal Re Carlo (ma non fa strano anche a voi chiamarlo Re? Magari parleremo dell’eleganza della Regina Elisabetta II in un altro articolo). Il Kilt scozzese è sicuramente uno degli esempi della gonna maschile più conosciuti nel mondo anche se tecnicamente non si tratta di una vera e propria gonna bensì di un “pezzo di stoffa” legato alla vita. Una doverosa precisazione che andava fatta per non far arrabbiare i nostri cari lettori scozzesi.
Ma tornando ancora più indietro nel tempo possiamo notare come gli uomini fossero assolutamente abituati all’uso della gonna e che non ci fosse alcun pregiudizio in chi li guardava, anzi! Le prime testimonianze della gonna risalgono addirittura al 5000 a.C. nella civiltà mesopotamica, ma è solo qualche millennio più tardi che diventa un vero e proprio simbolo di bellezza, forza e virilità. Infatti, gli antichi greci (specie i guerrieri) indossavano abitualmente la gonna per mostrare le proprie gambe forti e scultoree. Inoltre, avevano anche un’importanza strategica in quanto permettevano di avere maggiore libertà di movimento a cavallo e nei vari combattimenti durante le guerre.
Il dubbio nasce quindi spontaneo: sicuri di poterci ritenere così tanto all’avanguardia e acculturati? Persino Talete non avrebbe smesso di guardare col naso all’insù alla vista di un forte guerriero con la gonna. Quanto erano avanti quando erano così indietro.
La gonna da uomo a Hollywood
Ma torniamo ai giorni nostri e lasciamo la filosofia e lo sguardo rivolto alle stelle nel cielo per parlare delle star maschili di Hollywood che già da tempo hanno sdoganato l’uso della gonna, rendendola a tutti gli effetti un capo di abbigliamento con cui passare dai flash dei fotografi alle aule di tribunale…no, volevo dire alle proprie abitazioni.
Da Brad Pitt a Vin Diesel, ecco alcuni esempi di passerelle fluid.
E in Italia? Semplicemente si salvi chi può!
Se nel resto del mondo la moda gender fluid sta prendendo strada in modo deciso e apprezzabile, in Italia c’è ancora molto da fare. D’altronde siamo abituati ad avere a che fare con persone che magicamente passano dall’essere super visori di cantieri (rigorosamente con le mani dietro la schiena) ad esperti di moda e protettori della virilità maschile e della “sana crescita dei bambini” irrimediabilmente distrutta dalla visione di una gonna sulle slanciate e pelose gambe di un uomo. Fortunatamente non per tutti è così e le principali Maison di moda italiane si stanno impegnando da anni a combattere ogni pregiudizio con sfilate e collezioni con al centro la gonna maschile.
Perché non è una gonna a sgretolare la virilità di un uomo e soprattutto non saranno due occhi schifati a sgretolare la libertà d’essere di una persona!
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