«Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni e non trovo pace. Voglio scoprire perché sono questo tipo di adulto, deve esserci un’origine, ricordo, collego». Da questa necessità di indagine nasce il nuovo romanzo di Teresa Ciabatti, dal titolo La più amata, edito da Mondadori e candidato al Premio Strega 2017.
Un romanzo biografico, in cui l’autrice ripercorre l’infanzia e l’adolescenza, delineando la figura del padre, Lorenzo Ciabatti, uno dei più importanti chirurghi d’Italia, primario all’ospedale di Orbetello. Il titolo ci dice molto della storia, totalmente soggettiva: La più amata, non perché Teresa Ciabatti sia realmente la figlia prediletta, anzi il padre è una persona totalmente anaffettiva, ma perché è convinta di essere protagonista di un mondo che le ruota attorno, pronto a soddisfare ogni sua richiesta e a trasformarla in «ballerina, attrice, presidente, papa», qualsiasi cosa desideri diventare. Perché per la figlia del professor Ciabatti le possibilità sono infinite.
Ogni figlia vede il padre come un idolo e ogni figlia, ad un certo punto della vita, solitamente durante l’adolescenza, si trova a dover sottrarre perfezione a questa figura a metà strada tra mito e realtà. È un’operazione fondamentale che ci fra crescere, trasformandoci in individui autonomi, non più figli di qualcuno. Certo è che quando il proprio padre non è un mito solo per se stessi, ma per un’intera comunità, questa lavoro di sottrazione e ridefinizione diventa più complicato. Perché Lorenzo Ciabatti era venerato ad Orbetello, non solo dai pazienti, ma da una città intera: aveva studiato negli Stati Uniti, ma era tornato in Italia ad esercitare, creando un polo ospedaliero moderno e all’avanguardia per quegli anni (i decenni ’70 e ’80).
Eppure Lorenzo Ciabatti non è solo luce e splendore. La sua figura è caratterizzata anche da molte ombre, che Teresa scopre piano piano, con l’età, quando la sua famiglia passa dalla ricchezza alla povertà, e si sa: più si è in alto e più cadere fa male. Il gioco d’azzardo, le molte donne con qui il professore tradiva la moglie, ma soprattutto la massoneria. Teresa, mettendo insieme i vari pezzi del puzzle che formano la sua infanzia, capisce che il padre non era l’uomo onesto che tutti descrivevano. E questo la porta a rivedere anche se stessa.
Un ritmo incalzante, una confessione, una sorta di autoaccusa rendono La più amata un romanzo aggressivo e potente. Vincerà il Premio Strega? Non lo so, perché quest’anno se lo combattono a suon di penna autori veramente importanti, primo fra tutti Paolo Cognetti con Le otto montagne, di cui avevamo già parlato qualche settimana fa. Sicuramente va riconosciuto a Teresa Ciabatti il coraggio di essersi aperta così tanto al pubblico, presentandosi senza alcuna difesa, pronta a farsi giudicare non solo come scrittrice, ma anche come donna.
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