C’è chi in università non è mai entrato. Chi ha messo piede in un ateneo ed è scappato a gambe levate. Chi si è laureato è ha salutato con gioia le aule universitarie. E chi ci è entrato per non uscirne mai più. Gli eterni fuori corso, i dottorandi e gli assistenti, i professori universitari. Marcello Gori, protagonista e voce narrante de La ricreazione è finita, nuovo romanzo di Dario Ferrari edito da Sellerio, fa parte di questa schiera.
Marcello è un trentenne come tanti altri. Laurea in lettere conseguita comodamente fuori corso. Una fidanzata perfetta, studentessa di medicina, che desidera mettere radici e andare a convivere. Un padre che vorrebbe lasciargli in gestione il bar di famiglia. E lui che non sa cosa fare nella vita, unica certezza: mai e poi mai prenderà in mano l’attività del padre. Ad un certo punto però il padre lo mette alle strette, per Marcello La ricreazione è finita.
Per spirito di ribellione e di sfida, Marcello decide di partecipare a un concorso di dottorato nella sua università di Pisa. Convinto che i concorsi sono tutti truccati, Marcello sa che sarà solo un breve e vano tentativo di rimandare l’inevitabile. E invece, contro tutte le possibili previsioni, Marcello vince il concorso. Inizia quindi la ricerca di dottorato con il venerato professore Sacrosanti, che gli impone una tesi su Tito Sella.
È qui che inizia il secondo romanzo, libro nel libro, de La ricreazione è finita. Tito Sella è conosciuto più per gli atti terroristici, che lo hanno condotto in carcere, che per la produzione letteraria. Proprio nelle patrie galere ha composto Agiografie infami e La Fantasima, la sua biografia mai trovata. Viareggino come Marcello, lo studio della vita e delle opere di Tito Sella portano il nostro protagonista quasi ad identificarsi con lo scrittore scomparso. Allo stesso tempo Marcello sperimenta dall’interno l’assurdo meccanismo universitario, a metà strada tra un girone dantesco e un film comico.
La ricreazione è finita è un romanzo che può avere diverse chiavi di lettura. Sicuramente si tratta di una satira nei confronti delle università e di chi le vive, insegnati e studenti. Il tutto accentuato dalla scrittura di Ferrari, che da buon toscano sa utilizzare ironia e sarcasmo. Scavando però a un livello più profondo, ci troviamo davanti uno dei pochi romanzi italiani sul mondo accademico, che mette in luce tutte le storture di questa realtà, riflettendo anche sulla condizione dei trentenni di oggi. Infine non si può tralasciare la parte storica. Quando scopriamo la vita e le vicende di Tito Sella, ci addentriamo negli anni Settanta, nella lotta operaia e nel terrorismo. Un romanzo come non ne incontravo da tempo, lo consiglio a chi ha voglia di leggere qualcosa che esce dai soliti schemi narrativi.
Image Source: Sellerio editore Palermo