Prima il singolo, che come una monade vaga per il modo, impiegando tutta la propria energia esclusivamente per se stesso. Poi la coppia, il dualismo, non più un io, ma un noi, fatto però di due energie che continuano ad essere distinte. Fino a quando dalla copie nasce un figlio, fusione di due entità singole, una nuova creatura che legherà le due monadi iniziali per sempre, anche se il sentimento dovesse finire, anche dopo la morte di uno o di entrambi. È quello che accade ne La vita che conoscevo, primo romanzo di Alessandra Gambetti, pubblicato da Atlantide edizioni. Alessandra Gambetti conosce molto bene la forza della scrittura e la potenza della vita narrata fra le pagine di un libro. Anche se La vita che conoscevo è il suo primo romanzo, Gambetti, come editrice, ha pubblicato nel corso degli ultimi trent’anni più di cento libri. Questa maturità e consapevolezza narrativa emerge nel suo libro, che è stato definito da Valeria Parrella, altra autrice molto amata e di cui abbiamo precedentemente parlato, un romanzo di formazione adulta. Sempre più spesso infatti, gli eventi circostanti ci costringono a reinventarci anche quando ormai il mondo ci considera adulti e definiti. Ci troviamo costretti ad abbandonare la vita che conoscevamo per andare incontro all’ignoto. La vita che conoscevo è un romanzo fortemente introspettivo. Racconta la vita di Francesca e Fabio, una coppia come tante. Francesca potrebbe essere ognuna di noi, Fabio il nostro compagno. Si incontrano quando entrambi hanno superato i trent’anni. Inizialmente li lega un’amicizia, l’amore nasce col tempo e la conoscenza. Dal loro amore nascerà Marina, che come un tornado sconvolgerà la loro vita di coppia. Francesca e Fabio si allontanano, poi si riavvicinano, poi di nuovo si allontanano. Ci sono dei momenti in cui sembrerebbe che a tenerli uniti ci sia solo Marina. Fino a quando il loro legame si romperà per sempre. Fabio muore e Francesca si trova di fronte a una spartiacque: la vita prima e la vita dopo la morte di Fabio. È da questo momento che sarà costretta a reinventarsi, per se stessa e per Marina. La vita che conoscevo non è un romanzo semplice, non è un romanzo allegro, ma è un romanzo che vi scaverà dentro un vuoto, che parlerà alla vostra pancia e che difficilmente dimenticherete.
Image Source: Atlantide Edizioni