Lo scenario editoriale italiano e straniero è molto vasto. Sarebbe bello riuscire a leggere tutto quello che esce in libreria, ma non basterebbero dieci vite per riuscirci. Questo vuol dire che ognuno di noi ha delle lacune libresche, grandi classici mai affrontati, autori bestseller venduti in tutto il mondo mai letti. Una delle mie lacune nel panorama degli autori premiatissimi e vendutissimi era Guillaume Musso. Utilizzo il verbo al passato perché ho finalmente letto il mio primo romanzo di questo autore francese, intitolato La vita è un romanzo, sua ultima fatica letteraria. Dopo tanti autori francesi che ho amato, questo romanzo di Musso è stata un po’ una delusione e ora vi spiego perché. Anzitutto la storia, fin troppo articolata, narrata in La vita è un romanzo, si svolge tra New York e Parigi. Protagonisti sono due scrittori: Flora Conway, famosa romanziera nota per la sua ritrosia ad incontrare pubblico e giornalisti, e Romain Ozorski, scrittore di bestseller dalla vita famigliare sull’orlo del disastro. Flora ha una figlia di nome Carrie, che un giorno scompare; madre e figlia stavano giocando a nascondino, quando la bambina sparisce da una casa con porte e finestre chiuse dall’interno, lasciando dietro di sé solo una pantofola rosa. Il classico enigma all’Agatha Christie. Parallelamente, dall’altra parte dell’oceano, Romain sta andando a picco. Non riesce a scrivere più nulla, la ex moglie gli ha portato via tutto, la reputazione, facendolo passare per un violento alcolizzato, e il figlio Théo, di cui ha perso la custodia. In maniera incredibile, quasi fantastica, Romain ha in mano le chiavi per risolvere il mistero di Flora e i due scrittori si incontreranno in una dimensione sovrannaturale. La vita è un romanzo si articola su tre grandi macro capitoli. Non vi nego che sono stata tentata di abbandonare il libro sia al termine del primo che al termine del secondo. Però, la mia cocciutaggine e la voglia di esprimere un giudizio il più completo possibile, mi hanno portato a leggere questo romanzo fino all’ultima pagina. Devo dire che, dopo un inizio freddo e un proseguimento deludente, il libro si riprende un po’ a partire da pagina 203, nel terzo e ultimo capitolo. Certo che 200 pagine di attesa sue 260, sono decisamente troppe per uno scrittore che viene definito dalla critica maestro del thriller. Dove sono la suspense, la tensione, l’inquietudine richieste da questo appellativo? Inoltre la lettura è ulteriormente appesantita da salti temporali, autocitazioni di personaggi e opere, pillole di saggezza narrativa che vorrebbero spiegare il mestiere di scrittore. Conclusione: La vita è un romanzo non è all’altezza di reggere il confronto con altre opere di veri maestri del thriller francese, come Thilliez, Vargas, Lemaitre. Gli altri romanzi di Musso, chissà…
Image Source: La nave di Teseo