Carismatica ed eclettica, Miuccia Prada possiede uno straordinario talento nel leggere le persone, cogliendo o anticipando cambiamenti sociali, esigenze e desideri. Perché i geni della moda fanno questo. Dalle video interviste possiamo notare come abbia un modo unico di chiudersi il cappotto stringendolo al petto. Una passione smodata per i dettagli, come quei bracciali arm cuff che infila sul bicipite, anche sopra i golfini di cashmere grigio, parte della sua collezione di gioielli antichi tra le più belle in Europa. Porta scarpe preziose sul piede nudo, anche sotto zero. E ha occhi che si muovono veloci, a caccia di tutto quello che i più non vedono. Quest’anno la Signora della moda compie 75 anni, celebra i 45 dal suo ingresso in azienda, i 35 dalla prima sfilata, i 30 dalla nascita di Miu Miu e della sua amata Fondazione. E, su tutto, i 110 anni del marchio Prada da cui tutto ha avuto inizio.
Gli esordi
La storia parte nella primavera del 1913, quando Mario e Martino, i Fratelli Prada, aprono un bazar raffinato ed esclusivo in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano: articoli e accessori da viaggio in materiali lussuosi come coccodrillo, serpente, elefante, tricheco tutti realizzati a mano. Poco dopo, nel 1919, arriva il brevetto di Fornitore Ufficiale della Real Casa italiana: oggi, se entri nel negozio affacciato sull’Ottagono, trovi ancora lo stesso charme, gli stessi scaffali di mogano che ospitano accessori pregiati accanto a creazioni delle ultime collezioni. Eppure, nel 1958, quando la guida del negozio passa alla figlia Luisa, i tempi d’oro sembrano un ricordo. Finché, alla fine degli anni ’70, entra in azienda la figlia di Luisa.
Miuccia non ha la minima intenzione di lavorare nella moda
Maria Bianchi, conosciuta da tutti con il nomignolo Miuccia, è una giovane intellettuale, attivista dei diritti delle donne, iscritta a Scienze Politiche alla Statale, appassionata di teatro: studia al Piccolo di MIlano e sogna di lavorare con Strehler. Eppure nel 1978 subentra alla madre, un anno dopo aver conosciuto il futuro marito, padre dei suoi figli Giulio e Lorenzo e suo braccio destro. L’incontro è da romanzo rosa: a Miuccia giunge voce che un piccolo negozio di pelletteria fiorentina copi, pari pari, le borse dei Fratelli Prada. Il proprietario è un certo Patrizio Bertelli: se in un primo momento volano parole di fuoco, presto tra queste due personalità forti, curiose, versatili, amanti dell’arte e abili nel gioco di squadra, nasce un sodalizio straordinario. Lei ci mette cultura e creatività, lui innovative capacità imprenditoriali (dal 1995 è amministratore delegato del gruppo Prada).
La conquista del mondo inizia così
La loro fantastica sinergia permette la nascita di idee uniche: lo zaino di nylon effetto seta Pocono, con il logo di metallo a triangolo rovesciato ispirato alla chiusura dei bauli di nonno Mario che diventa subito un oggetto di culto. Poi le scarpe, con il primo Green Store aperto nel 1983 in via della Spiga e progettato da Roberto Baciocchi, artefice della sfumatura verde tenue, il Verde Prada. E, nel 1988, la prima collezione di pret à porter femminile, il menswear debutta nel 1995, simbolo di uno stile nuovo, concettuale, mai fine a se stesso. Dopo aver conquistato gli Stati Uniti, Prada convince anche Milano: le sue sfilate diventano uno degli eventi più attesi di ogni stagione e, da 45 anni, il duo Prada-Bertelli guida uno dei gruppi fashion più influenti (che a oggi conta 5 marchi: oltre a Prada e Miu Miu, ha inglobato brand d’eccellenza come Church’s, Car Shoe e Pasticceria Marchesi) che fattura 3,3 miliardi di euro con 635 negozi diretti in 70 paesi nel mondo.
Ugly chic
Prada segna un punto di rottura con la moda patinata degli anni ’80 attraverso una nuova idea di sensualità, uno stile che non contempla minigonne inguinali e scollature abissali, ma che è il distillato delle personalità di Miuccia, abile a sovvertire le regole, ad armonizzare gli opposti, a valorizzare ciò che piace indipendentemente dal comune senso estetico. Poi, con la sfilata per la primavera-estate 1996, nasce il termine ugly chic: inventato da Prada. Da quel momento le sue collezioni, scandite da linee semplici e sartoriali, stampe che ricordano le tovaglie anni ’70, camicette chiuse fino al collo, longuette di tweed e chiffon indossate una sull’altra, gonne a pieghe, golfini tricot, giacche a vento su abiti da sera, cerchietti bombati e turbanti, scarpe dei desideri, sandali portati con calzettoni di lana e borse eterne come l’iconica Galleria, concepita nel 2007 e da allora reinventata un’infinità di volte, si arricchiscono di un nuovo ingrediente: la “bruttezza”, il tocco discutibile, fuori dagli schemi. Il brutto è attraente perché è umano, affermava Miuccia. Le sue creazioni sono per tutte quelle donne che vogliono essere belle per se stesse e nessun altro. É una rivoluzione, una provocazione, un concetto che scardina tutti quelli che avevano guidato la moda femminile fino ad allora e che travolge l’idea stessa di femminilità.
Soffiando su 30 candeline
Il 2023 è anche l’anno in cui compiono 30 anni sia Miu Miu sia Fondazione Prada. Al debutto nel 1993, la linea sperimentale di casa Prada è dedicata a signorine perbene, inquiete e anticonformiste. Miu Miu guida sempre i trend forti di stagione, tanto che il motore di ricerca Lyst l’ha eletto top brand del 2022, il più desiderato dalle nuove generazioni. A Fondazione Prada, invece, va il merito di aver reso Milano punto di riferimento dell’arte contemporanea internazionale, un’istituzione culturale, un super spazio concepito per ospitare mostre, rassegne cinematografiche ed eventi culturali. Progettato nel 2015 dallo studio Oma guidato dall’archistar Rem Koolhaas, Fondazione conta anche su Osservatorio, dedicato alla fotografia, in Galleria a MIlano, e sulla sede di Venezia, a Ca’ Corner della Regina. Infine, dalla collaborazione con grandi maestri del design nascono i famosi epicentri di New York, Tokyo e Los Angeles, spazi ibridi tra flagship store e gallerie d’arte contemporanea.
Riconoscimenti nel mondo e lo sguardo al futuro
Per il suo approccio rivoluzionario che abbraccia tanti universi, Miuccia Prada riceve numerosi riconoscimenti: negli Stati Uniti, il Cfda International Award la nomina stilista dell’anno nel 1994, il Costume Institute del Met di New York la celebra con la mostra Elsa Schiaparelli & Miuccia Prada: Impossible Conversations. Nel 2018 il British Fashion Council le consegna l’Outstanding Achievement Award. In Italia è Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ma la lista potrebbe proseguire così come non si contano i progetti di cui artefice. Come le campagne pubblicitarie oppure i corti che si affiancano a lavori cinematografici (nel 2013 Miuccia Prada ha creato i costumi per Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann).
A eventi speciali e conferenze su sostenibilità e innovazioni digitali, temi a lei molto cari. Fedele a un’indole portata a sparigliare le carte attraverso mosse che nessuno si aspetta, nel febbraio del 2020 Miuccia annuncia la collaborazione con Raf Simons, co-direttore creativo, ribadendo il desiderio di sperimentare e ampliare i propri orizzonti. Ne nasce un’esclusiva partnership di cui è impossibile prevedere le metamorfosi future, perchè il brand evolve di pari passo con la società. Di certo, dopo i festeggiamenti per tutti questi compleanni, Prada continuerà a ripensarsi, trasformarsi, farsi coinvolgere dal presente trasponendolo nel proprio lavoro, perchè la moda non è solo sogno ma è legata a doppio filo con la vita reale. Continuerà a far dialogare le sue creazioni con le più disparate sfere creative, che le arricchiscono e ne elevano lo scopo: non solo vestirci ma esprimere sentimenti più ampi, farsi portavoce di temi più grandi legati all’individuo, alla cultura, a tutto quello che ruota intorno a noi. Snobbando, come suo solito, compromessi e convenzioni.
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