Dicevamo cose banali, come fanno i grandi; ma capii subito, con stupore e gioia, che il vuoto del mio cuore, il fondo cupo delle mie giornate avevano una sola causa: l’assenza di Andrée. Vivere senza di lei non era vivere.
Che cos’è l’amicizia? E qual è il limite tra amicizia e amore? Questi due sentimenti, dal confine molto labile, traboccano con l’impeto di un fiume in piena ne Le inseparabili, di Simone de Beauvoir, pubblicato in Italia da Ponte alle Grazie. Le inseparabili è uno dei romanzi meno noti della scrittrice, filosofa e femminista francese, conosciuta dal grande pubblico grazie a Il secondo sesso e Memorie di una ragazza perbene. È stato pubblicato in contemporanea in Francia e in Italia solo nel 2020. Negli ultimi anni, i nuovi movimenti femministi hanno avuto il merito di riportare a galla la produzione letteraria e il pensiero di de Beauvoir che per troppi anni è stata considerata sempre e solo come la compagna di Jean-Paul Sarte, garantendole nuova dignità e autonomia. In questo libro a metà strada tra l’autobiografia e il romanzo, de Beauvoir racconta l’amicizia tra lei (Sylvie nella narrazione) e Elisabeth Lacoin, detta Zaza, che nelle pagine di Le inseparabili diventa Andrée. Il periodo è quello a cavallo tra la Prima guerra mondiale e il 1929, anno in cui Zaza morì improvvisamente e giovanissima.
Sylvie e Andrée si incontrano per la prima volta fra i banchi di scuola. Sylvie rimane immediatamente folgorata dal carattere e dall’intelligenza di Andrée. Fra le due nasce un’intesa, che negli anni diventerà una profonda amicizia, tanto da essere ribattezzate dalle insegnanti le inseparabili. Purtroppo, questa amicizia è malvista dalla famiglia di Andrée, un clan ultra cattolico che tollera a malapena le posizioni di Sylvie. Una storia commovente di un’amicizia salda e insolubile, purtroppo ingabbiata dalle rigide regole borghesi, che per esempio prevedono una certa formalità: Sylvie e Andrée si daranno sempre del lei, senza mai optare per un tu più informale. Fa tenerezza leggere le parole con cui Sylvie descrive il sentimento che la lega ad Andrée. Neanche lei si rende conto che ad un certo punto questa amicizia si trasforma in amore, almeno da parte sua.
Un libro che racconta come l’ipocrisia e le rigide regole di una società borghese hanno portato alla malattia e alla morte di una giovane donna, schiacciata dall’annullamento della propria individualità che le era richiesto. Andrée non è libera di gestire il proprio tempo, contesta fra diversi impegni famigliari a cui vorrebbe sottrarsi. Non può scegliere cosa studiare, chi frequentare e ovviamente chi sposare. Una scrittura elegante e antica, incornicia una storia da non perdere.
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