L’innamoramento è sempre una rielaborazione a posteriori, rendiamo eccezionale la persona amata per giustificare il nostro abbandono irrazionale, fino a convincerci che era inevitabile.
Nella settimana dedicata all’amore e agli innamorati, voglio parlarvi di un romanzo che a modo suo affronta questo argomento. Lieto fine, di Isaac Rosa, pubblicato in Italia da Einaudi, è una storia d’amore all’incontrario; partendo dalla fine, dall’epilogo della separazione, a ritroso ripercorre la storia della relazione tra due persone che si sono amate.
I protagonisti di Lieto fine sono Antonio e Ángela, li conosciamo alla fine della loro storia d’amore, quando si stanno separando. Durante il banchetto nuziale di una coppia di amici, Antonio scrive col dito sul palmo di Ángela voglio la separazione. Sembrerebbe un meteorite caduto dal cielo, la fine inaspettata di una relazione durata tredici anni. E invece lentamente si scopre che i segnali che preannunciavano la rottura c’erano da tempo, semplicemente erano rimasti inascoltati.
Parte così, dalla fine, un romanzo che è un lungo rewind, in cui a turno Antonio e Ángela prendono voce per raccontare la propria versione dei fatti, il proprio punto di vista. Scavano, togliendo le macerie che si sono accumulate sul loro matrimonio, procedono a ritroso, andando alla fine a trovare la scintilla iniziale, quella da cui tutto è iniziato.
La storia di Antonio e Ángela è la storia di tutti gli innamorati. Ci troviamo di fronte a un racconto che è allo stesso tempo particolare e universale, in cui privato e pubblico si intrecciano. Antonio e Ángela sono il manifesto piccolo borghese di un matrimonio fallito, la critica sociale alla precarietà lavorativa, economica, abitativa e di conseguenza anche sentimentale, dei quarantenni di oggi. Alla fine chiudiamo il libro con una domanda: l’idea di coppia contemporanea è solo illusione?
Con Lieto fine Isaac Rosa ha scritto un romanzo moderno, innovativo e sorprendente. Qui forma e sostanza si uniscono per dar vita a un’opera unica, dove la storia narrata e le modalità di narrazione sono imprescindibili. Apriamo il libro e ci troviamo di fronte all’epilogo, i capitoli sono organizzati al contrario, dal settimo al primo, e il romanzo si conclude col prologo. La scrittura è binaria, le voci di marito e moglie si alternano e così il punto di vista del lettore, che non riesce a parteggiare per nessuno dei due. Alla fine capiamo che ognuno di noi è stato, è oppure sarà sia Antonio che Ángela. Ancora una volta una voce spagnola che sorprende per lucidità e profondità di analisi e osservazione di quello che ci circonda.
Image Source: Einaudi