Nel 2011 è uscito un film dal titolo Ma Come Fa a Fare Tutto?, la cui protagonista, interpretata da Sarah Jessica Parker, gestisce il proprio essere lavoratrice, madre devota e moglie orgogliosa tra sacrifici e strette di denti. Sfido chiunque di voi a negare di esservi posti la stessa domanda in presenza di una donna che riesce a destreggiare questi aspetti con abilità, per questo confesso che quando sono virtualmente inciampata nel blog Madonnager – termine che condensa i ruoli di Mamma, Donna e Manager, sono rimasta decisamente incuriosita ed invogliata a saperne di più. Dietro a tutto questo c’è una donna che risponde al nome di Atena Manca, mamma lavoratrice ed anche lettrice di The Fashion Attitude. Non potevo quindi certo farmi sfuggire l’occasione per rivolgerle qualche domanda e discutere il tema delle madri in carriera parlandone con cognizione di causa.
- Presentati brevemente al nostro pubblico: chi è Atena?
Sono una donna come tante, che si barcamena alla meno peggio tra le sue multi-personalità: donna, figlia, moglie, mamma, amica e, last but not least, brand manager a tempo pieno in una multinazionale. Ho sempre odiato chi commentava le madri lavoratrici con un “Ha fatto i figli e li fa crescere agli altri”- spesso proprio perché sai quanto vale un momento con loro, passi il tempo nel migliore dei modi. I miei due figli sono felici, li amo alla follia e amo anche il mio lavoro. Non ci deve essere nessuna vergogna e nessun senso di colpa in questo.
- Com’è nata l’idea di aprire un blog in cui si parlasse di te come mamma, donna e manager?
L’idea di condividere alcune riflessioni su lavoro e maternità aleggiava nella mia mente già da un po’, ma non avevo mai pensato di aprire un blog. Poi ho preso confidenza scrivendo qualche articolo su quello di una mia amica e successivamente ho seguito un corso di WordPress. A quel punto non avevo più scuse: all’inizio dello scorso anno, appena prima del lockdown, mi sono buttata. Volevo chiamarlo “Mammager”, formula che usavo già da anni, ma quel dominio era già registrato, così ho aggiunto anche la Donna che è in me. E quindi Madonnager. Meglio, perché amo davvero molto anche i contenuti un po’ più frivoli e femminili, come make-up e moda (per questo vi leggo sempre con piacere). Il vero obiettivo resta però quello di condividere soprattutto consigli (rigorosamente non richiesti) su come conciliare lavoro e maternità, avendo provato le difficoltà in prima persona e avendo avuto davvero pochi role model a cui ispirarmi.
- Ci sono delle figure femminili che ti hanno particolarmente influenzata nella tua vita professionale e personale?
Il mio primo e più grande sostenitore è stato un uomo, mio padre. Fin da piccola, forse perché sono figlia unica e in cuor suo voleva un maschio, alla Lady Oscar, non mi ha mai cresciuto “da femminuccia” con l’idea di puntare al matrimonio e ai figli come unico obiettivo di vita, anzi mi ha sempre spronato a studiare, a non mollare mai e a credere in me stessa. A non tirare i remi in barca una volta avuti i figli. Non che ci sia nulla di male in chi opta per questa scelta, ma non è stata quella fatta nella nostra famiglia – mia mamma stessa ha sempre lavorato full time e con parecchie soddisfazioni. Sul lavoro invece ricordo in particolare una delle mie prime manager, in gamba, autorevole e super femminile, con due figli. Forse è stato il primo e rarissimo esempio di modello a cui ispirarsi. Unica dirigente, una mosca bianca, ma almeno lei ce l’ha fatta.
- Quali consigli daresti ad una giovane che vorrebbe riuscire ad avere successo nel lavoro senza trascurare la famiglia e se stessa?
Intanto capire che non si può avere la perfezione in ogni ambito. Che la vita delle Madonnager deve scendere a qualche compromesso. Bisogna diventare bravissime a mettere dei paletti, lavorare per priorità e urgenze ed essere molto disciplinate nella propria routine e in quella dei figli. Programmare, pianificare e rispettare gli impegni. All’inizio è tutto un grande caos e bisogna essere comprensive e protettive nei confronti di se stesse. Con un neonato e le notti insonni è NORMALE non farcela. Ma poi si risorge, pian piano. Ecco, la consapevolezza che ci sia la luce in fondo al tunnel (più o meno con i tre anni del nostro bambino) è uno dei messaggi di speranza che voglio passare alle neomamme. Perché quello che riesco a fare oggi sul lavoro e nella vita privata 3 anni fa mi sembrava impossibile. Mai mollare!
- Arriviamo alla domanda che ci facciamo tutti: come riesci a conciliare questi tre aspetti? Capita di non riuscire a mantenere un equilibrio?
Intanto partiamo dalla definizione: equilibrio non vuol dire 50% work – 50% life. Ognuno deve trovare il proprio mix. Un esempio puntuale? Salvo emergenze non finisco di lavorare quasi mai dopo le 19. Riusciamo a mangiare sempre tutti e quattro insieme e passiamo del tempo costruttivo fino all’ora di andare a letto, che non supera mai le 21.30. Mi rimangono poi un paio d’ore di tempo libero, durante le quali se serve guardo qualche mail arretrata, oppure scrivo sul blog, leggo o guardo la TV. Dedico un’attività a sera e cerco di mantenere il programma. Tra tutte le decisioni poi, quella primaria è trovare davvero un partner che sia equi-collaborativo. Cominciamo dal cambiare le parole: i papà fanno la loro parte, non “ci aiutano”. Alcune sere si occupano dei loro bambini mentre la mamma è fuori con le amiche, non “fanno i babysitter”. Perché a parti inverse noi siamo le mamme, non le babysitter, giusto? Il padre è il nostro co-socio. Se ci dividiamo (a tavolino proprio!) i compiti in modo che stia bene ad entrambi, si annullano le principali cause di stress e nervoso. Per chi può concederselo, un aiuto esterno in casa fa la differenza (babysitter, nonni e/o colf). Non possiamo occuparci di tutto. Quando il mio equilibrio barcolla alzo la mano, sia sul lavoro che a casa. Imparare a delegare è un’altra skill fondamentale.
- Immaginiamo una versione del tuo blog al maschile – come verrebbe percepito dai lettori? Credi che ci sarebbero delle sostanziali differenze alla luce delle disparità di genere di cui oggi tanto si parla?
Io prego qualche padre manager di aprire un blog e farmi compagnia. La nostra generazione è piena di papà che vogliono esserci, senza rinunciare a loro volta alla carriera. Più noi donne ci faremo avanti sul lavoro e loro in casa e con i bambini, più sarà un mondo a misura di tutti. Sia le donne che gli uomini hanno il diritto di vivere con soddisfazione tutti gli aspetti della propria vita, per questo dobbiamo cominciare a condividere questi nuovi modelli di famiglia in cui invece di avere un solo genitore che galoppa per due, si va entrambi al trotto (sostenuto). Con figli che forse crescono potendo attingere di più e meglio da entrambi i modelli. Una critica che viene mossa spesso è che si parla di molte manager e madri ponendo sempre l’accento su questo ultimo aspetto più che sulla loro bravura – frasi come “È diventata… NONOSTANTE”. Orrore! Di nessun uomo si celebrerebbero le due personalità come fossero un evento. E allora iniziamo a farlo. Creiamo dei nuovi modelli di successo maschile. Bravi manager e padri presenti.
Che cosa possiamo fare nostro di queste parole? Che essere madri, mogli, donne e crescere dignitosamente i propri figli si può. È un diritto, è un piacere, e non significa voler meno bene ai propri affetti. Donne all’ascolto, vi lascio con un messaggio importantissimo scritto da Atena, e spero che vi sia di aiuto per tutti i momenti in cui le certezze vacillano:
“Mamme lavoratrici, la sorellanza ha un potere straordinario, condividere le nostre giornate e i vari stratagemmi consola, ci fa sentire meno sole e a volte risolve qualche mal di pancia. Seguitemi se vi sentite un po’ Madonnager. Il viaggio è bello, facciamolo insieme”.
Image source: Courtesy of Atena Manca