Tra i grandi nomi, ci sono anche designer di moda emergenti, ma bravissimi.
Come Luca Camporeale, che ci mostra qualche immagine della sua collezione e risponde alle nostre domande.
Personalità spumeggiante, occhi vispi e uno stile inconfondibile che si differenzia per la continua ricerca della perfezione, per la voglia di distinguersi attraverso la semplicità di capi interamente realizzati in Italia con materiali di altissima qualità. Capi mai banali, arricchiti da un’accurata scelta di dettagli studiati per renderli unici e riconoscibili. Luca Camporeale è un giovane designer che in appena 2 anni è riuscito, con il suo talento a farsi strada nel fantastico e tanto ambito mondo della moda.
Vediamo com’è per un giovane ed ambizioso farsi spazio e farsi notare in un mondo chiuso come quello della moda.
- Quali ostacoli hai dovuto superare per provare ad emergere?
Purtroppo gli ostacoli sono stati molteplici, dalla burocrazia che non ti aiuta, alla ricerca di contatti utili, dalla volontà di ottenere crediti da parte di fornitori, alla ricerca degli store adatti e interessati, passando attraverso la definizione delle strategie di mercato per interfacciarsi con i clienti.
Mi sono dovuto imbattere e scontrare fin da subito con il difficile e arduo mercato italiano.
Se si voleva un prodotto di qualità, i costi in Italia erano evidentemente più alti rispetto ad una produzione all’estero.
Ma la qualità e la manifattura italiana era quella che cercavo.
Il lavoro di definizione delle linee principali del brand all’inizio è stato molto duro e faticoso.
Solo ora, a qualche anno di distanza, con la collezione SS2015 presente in 16 negozi e l’imminente prossima campagna vendita della stagione SS2016, si sono visti i primi risultati. - Mi descrivi il processo creativo nella realizzazione delle tue collezioni?
Il processo creativo è molto semplice e si divide in alcuni step fondamentali che occorre rispettare.
Tutto inizia dalla stesura di alcune bozze che derivano da idee, da influenze del web, da alcuni stati d’animo del momento, da quello che mi piacerebbe che la gente indossasse, dalla visione di un particolare tessuto, fino ai numerosi screenshot che letteralmente “rubo” alla quotidianità.
Dalle bozze si passa alla determinazione e profonda ricerca dei tessuti adatti alla collezione, che si sposino perfettamente al capo. Questo processo personalmente lo definirei determinate per riuscire a realizzare un prodotto perfetto.
Una volta delineato il tessuto ed eventuali accessori, si procede con la stesura delle schede tecniche, del cartamodello e successivamente dei primi prototipi.
Solo dopo aver visionato i prototipi e corretto gli eventuali errori, si completa il processo realizzando il campionario con le cartelle colori. - Cosa vorresti che il compratore percepisse dalle tue collezioni?
Vorrei che i clienti percepissero soprattutto la qualità del capo finito.
L’attenzione per i dettagli, le cuciture pulite ed omogenee, l’accurata scelta degli accessori e naturalmente la peculiarità dei tessuti di cui facciamo faticose ricerche di mercato.
Nonostante il nome in inglese, MARQUIS AN’DOGE, del brand la nostra prerogativa è quella di cavalcare appieno il Made in Italy. Tessuti, manodopera e accessori sono esclusivamente italiani. - Quando hai pensato di diventare uno stilista emergente e perché?
In totale onestà non credo di essere assolutamente uno Stilista.
Anzi non mi piace nemmeno che mi associno a questa professione. Stilista è colui che crea arte già solo disegnando un modello sui classici fogli bianchi.
Ecco io non sono così, se proprio sono costretto a trovare un nome da associare alla mia attuale professione, direi Designer.
Ho scelto di intraprendere questo percorso quando ho capito che la passione per la moda era troppa.
Questa convinzione maturata negli anni è sfociata all’inizio del 2013 con la registrazione del marchio MARQUIS AN’DOGE presso la Camera di Commercio di Milano. - A quali designer di moda ti ispiri?
Gli stilisti che mi spronano per la generazione di nuove idee, sono su tutti Balmain, Neil Barrett e la sua seconda linea Black Barrett, Maison Martin Margiela, Philipp Plein e Marc Jacobs.
Mentre per il nostro bel Paese, i designer per eccellenza a cui mi ispiro sono Dolce&Gabbana, MSGM, e i gemelli Dean e Dan Caten per Dsquared2 italiani di adozione.
Ringraziamo Luca Camporeale per la cortesia con cui ha risposto alle nostre domande.
Lasciamo a voi il giudicare mie care Opinion Leaders la collezione che potrete visionare anche sul sito www.marquisandoge.com oppure in uno dei punti vendita situati nel paese.